Giorgetti sulla Manovra: “Complicata, non si può fare tutto. Nessuna riforma delle pensioni tiene con questa denatalità”

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MILANO – Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, conferma le preoccupazioni di governo sulla fattibilità di una Manovra che arriva in un momento di rallentamento economico e con risorse limitate. E in particolare batte sul tema della sostenibilità del sistema previdenziale, alla luce delle dinamiche della popolazione italiana: una sorta di monito a pochi giorni dall’avvio del cantiere della Legge di Bilancio. Una Manovra che, come raccontato da Repubblica, parte con il pesante handicap della scarsità di risorse. Quella scarsità che mette all’angolo le promesse elettorali – in particolare di marca leghista – di quote e flessibilità in uscita dal lavoro. Spazi risicati dunque, un pacchetto di 1-2 miliardi con i rinnovi di Quota 103, Opzione Donna, Ape sociale, minime a 600 euro per gli over 75 e conguaglio della rivalutazione delle pensioni del 2023. Ben poco di strutturale.

“Noi come governo ci approcciamo alla legge di Bilancio, sarà una legge di bilancio complicata, tutte lo sono. Siamo chiamati – poiché facciamo politica – a decidere delle priorità: non si potrà fare tutto, certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio bassi, ma dovremo anche usare le risorse a disposizione per promuovere la crescita. Questo è l’indirizzo”, dice Giorgetti in videocollegamento. 

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E poi, in particolare sul tema delle pensioni, aggiunge: “Se riflettiamo sulla crescita economica o sullo sviluppo è opportuna l’aggiunta del termine sostenibile, lo sviluppo sostenibile oggi è normalmente declinato sotto l’aspetto ambientale che è fondamentale, ma se si affronta la questione a tutto tondo non si può negare il fatto che il sistema tiene se le generazioni hanno una continuità. Il tema della denatalità è fondamentale, non c’è nessuna riforma e misura previdenziale che tenga nel medio e nel lungo periodo con i numeri della denatalità che abbiamo oggi”, dice nel suo intervento al Meeting. 

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Riecheggiando l’allarme lanciato da Papa Francesco sulla tematica ambientale, Giorgetti rimarca che “tutti gli indicatori a livello internazionale ed europeo fanno sempre riferimento a questo benedetto Pil, che noi sappiamo benissimo essere nato come una misurazione nazionale, ma si può gonfiare anche facendo spese totalmente assurde o spese pubbliche che non promuovano assolutamente lo sviluppo economico. Ma è quello che abbiamo e che dobbiamo utilizzare”. Al Meeting ricorda che il Pil è un indicatore, però, “che non ci permette di cogliere fenomeni importanti”, continua il responsabile del Mef, come “il degrado dell’ambiente, che oggi è diventato veramente un tema centrale”.

Nel messaggio di Giorgetti anche un passaggio sulle regole europee sui conti pubblici: la clausola “del Patto di stabilità e crescita riprenderà forse dal 1 gennaio 2024, ma spero di no”, dice in riferimento al ritorno delle regole che disciplinano i saldi della finanza pubblica. E anche di Pnrr, le cui risorse “devono essere utilizzate nel miglior modo possibile. Non c’è semplicemente una responsabilità di fare in fretta ma è necessario fare bene perché se fare in fretta significa fare male è meglio fare bene ma in qualche modo valutare attentamente le situazioni”. 

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