Giornata della memoria, per la prima volta insieme giovani arabi e israeliani ascoltano il racconto di una sopravvissuta di Auschwitz

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GERUSALEMME – Momenti toccanti e una nota di speranza per un futuro migliore hanno caratterizzato alcuni eventi straordinari che si sono svolti nella prima Giornata della Memoria commemorata nel Medioriente che prende una nuova forma, dopo gli Accordi di Abramo e l’avvio delle relazioni diplomatiche tra Israele ed Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Sudan e Marocco.

Per la prima volta, questo 27 gennaio ha unito giovani israeliani, emiratini, bahreiniti, marocchini e persino sauditi, che si sono riuniti virtualmente per parlare di Shoah. Vera Kriegel, sopravvissuta alle torture del dottor Mengele ad Auschwitz, ha condiviso la propria testimonianza con un centinaio di ragazzi mediorientali: “Salam Aleikum! Sono onorata di prendere parte a questo storico momento”. L’evento è stato organizzato da Sharaka, un’associazione che riunisce giovani da Israele e dal Golfo per promuovere il dialogo, nata poco dopo la firma degli Accordi a settembre. Majid Sarrah, un ricercatore emiratino tra i promotori di Sharaka, si è impegnato a diffondere la conoscenza dell’Olocausto. “Non permetteremo più nessun tipo di antisemitismo” ha detto, raccontando del momento in cui ha visitato Yad Vashem durante il suo primo viaggio in Israele a dicembre. I giovani hanno discusso anche della volontà di promuovere insieme una campagna per l’adozione della definizione IHRA dell’antisemitismo, che include la delegittimazione e la demonizzazione di Israele come forma di antisemitismo.

Un altro incontro è stato organizzato da Yoseph Haddad, un giovane arabo israeliano da anni attivo nella riconciliazione tra le diverse componenti della società israeliana. Qui è intervenuto Eitan Nahe, il primo ambasciatore israeliano ad Abu Dhabi, giunto pochi giorni fa negli Emirati. Con lui ha parlato ai ragazzi anche Natan Sharansky, noto dissidente sovietico e già ministro israeliano, che ha raccontato di una pagina meno nota del genocidio nazista, con gli eccidi nell’Est Europa che falciarono le vite di un milione e mezzo di ebrei.

Per quasi tutti i partecipanti era la prima volta che prendevano parte a un evento sulla Shoah. Najat al Saied, una ricercatrice saudita che ha vissuto a lungo in America, ha raccontato come “la persona media nel mondo arabo non riceva nessun tipo di informazione sull’Olocausto”. Nel 2019, il Marocco è stato il primo Paese dell’area a introdurre lo studio della Shoah come parte integrante del curriculum scolastico. Un altro segno del vento di cambiamento è la significativa riduzione di contenuti antiebraici e anti-israeliani nei testi scolastici in uso in Arabia Saudita, come ha di recente riportato IMPACT-se, un’organizzazione dedicata al monitoraggio dei curricula scolastici.

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