La mattinata è iniziata con la posa di una corona di fiori gialli e rossi davanti alla lapide del cimitero monumentale di Bergamo. E’ il ricordo delle vittime del Covid a Bergamo nella giornata nazionale a loro dedicata, alla presenza del ministro della Difesa Guido Crosetto e del ministro della Salute Orazio Schillaci. Il giorno in cui si ricordano le colonne dei camion militari che partirono tre anni fa dalla città martire di Bergamo con le bare che non trovavano più posto al cimitero. Sono passati tre anni esatti da quelle drammatiche ore. Tre anni e quasi 45.652 morti in Lombardia (48 solo nell’ultima settimana) e sette milioni del mondo, dice l’Oms sottolineando che i conti sono quelli ufficiali ma poi c’è un sommerso che nessuno conoscerà mai.
“Tre anni fa è accaduto qualcosa di spaventoso. Un virus totalmente sconosciuto ci ha trovati impreparati. Le persone sono morte qui come nei Paesi più avanzati. E però qui, alla luce di quanto è successo qui, in questo Paese e in questa parte del Paese, qualcosa dovremmo aver imparato” ha detto il sindaco di Bergamo Giorgio Gori nel suo discorso per l’inaugurazione del Bosco della Memoria dedicato alle vittime del Covid.
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Un discorso in cui ha evitato accenni polemici, ad esempio sull’inchiesta, ma in cui non ha taciuto che “dovremmo aver compreso, in generale, il valore insostituibile della salute pubblica, e la necessaria centralità del Servizio Sanitario Nazionale. La Missione 6 del Pnrr ci indica come rafforzarlo, attraverso le Case della comunità e gli ospedali di prossimità”.
“Perché però funzionino non sono sufficienti i muri, servono le persone – ha aggiunto -. Oggi invece i medici sono meno di quanti erano tre anni fa, e così gli infermieri. La rete della medicina generale è più fragile, e così i servizi di pronto soccorso”. Da qui l’appello ad avere un atteggiamento di “silenzio rispettoso ma operoso volto a far sì che la prossima pandemia non ci debba trovare impreparati. “Signori ministri, caro Guido, è così che siamo chiamati ad onorare le vittime che ricordiamo con il Bosco della Memoria – ha concluso – , è così che possiamo rendere loro giustizia: evitando che ciò che è accaduto nel marzo del 2020 possa nuovamente ripetersi”.
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Per l’Organizzazione mondiale della sanità i tempi sono cambiati: il Covid sta davvero diventando endemico come l’influenza, di Covid si continuerà ad ammalarsi e i più fragili continueranno a morire. Ma il mondo potrà convivere con il virus e se così andrà c’è la più che ragionevole speranza che nel 2023 l’Oms dichiari finalmente finita l’emergenza pandemica globale. Che le cose siano cambiate lo dice anche che i nuovi contagiati ufficiali in Lombardia siano stati 639 in tutta l’ultima settimana, 186 i malati arrivati in ospedale.
Ma soprattutto lo dice quel segnale lombardo annunciato dall’assessore alla Sanità Guido Bertolaso: “Nel giorno che precede la Giornata per la commemorazione delle vittime del Covid, dagli ospedali della Lombardia giunge una splendida notizia: per la prima volta, dal 20 febbraio 2020, oggi nessun letto di terapia intensiva risulta occupato da pazienti che hanno contratto il virus. Una notizia importante che attendevamo da tre anni”. Un risultato che “è sicuramente merito della campagna vaccinale, che ci ha permesso di tornare alla vita, ma anche il segno che sono migliorate anche le cure contro questo maledetto virus”.
Per la Giornata per le vittime del Covid oggi ci sarà Land Music: nei 448 Comuni delle province di Bergamo e Brescia oggi alle 20 suoneranno simultaneamente le campane delle chiese, per fare il concerto più esteso sul territorio mai eseguito al mondo. Da ogni campanile ci saranno tanti rintocchi quante le vittime della pandemia nella parrocchia o nel Comune di appartenenza del campanile.
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