Giovani, con famiglia e attente ai diritti. Così le donne sul web

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ROMA – Sono donne giovani, che amano vestire bene, curarsi; e che nello stesso tempo hanno ben chiara la mappa dei loro diritti. Chiedono spazio sul lavoro, parità di retribuzione, opportunità di formazione e aggiornamento. Danno molto alla famiglia, ma non vogliono che si riveli un boomerang la scelta più naturale e bella del mondo: avere un figlio.

Queste donne rappresentano uno dei target più corteggiati dalla pubblicità. L’istituto di ricerca Ipsos ne rintraccia un numero ampio nella fascia d’età dai 35 ai 44 anni, tra mamme e lavoratrici che hanno un duplice punto di forza. Spendono i loro soldi (per se stesse e per i figli); ma indirizzano anche le spese del partner.

Queste donne sono anche molto fedeli, nelle navigazioni in Rete. Selettive e diffidenti, cercano un sito bandiera che dia voce alle loro battaglie civili e – nello stesso tempo – recensisca prodotti di qualità con rigore e trasparenza. I siti finiranno presto nella lista dei “preferiti”. Intorno a loro verrà costruita, dunque, una comunità dialogante e attiva. Grazie ai forum e agli account social di questi siti, le navigatrici fanno sentire la loro voce secondo la logica interattiva che è propria di Internet. Forum e social sono frequentati da donne ancora più giovani (16-34 anni) che comunque hanno fame di informazioni e assicurano micro-pagamenti assidui, anch’essi un punto di forza dell’economia di Internet.

Ricerche accreditate certificano che testate italiane tradizionali hanno creato dei siti bandiera, capaci di attirare lettrici fedeli e non certo occasionali. Un caso di successo è, ad esempio, quello di Donna Moderna. Ma è riuscito nell’impresa anche un sito emergente come alfemminile.com, a 22 anni dai suoi primi passi in Francia.

Proprio ieri Gedi Gruppo Editoriale Spa – che controlla anche la Repubblica – ha annunciato l’acquisto del brand in lingua italiana “alfemminile”, che comprende il sito web alfemminile.com, un forum molto popolato e una serie di profili social. Profili – si legge in una nota di Gedi – che «raccolgono la più grande audience italiana in questo segmento, pari a due milioni di follower. Le interazioni quotidiane rendono gli account digitali di alfemminile tra i più attivi della Rete italiana, con posizione di leadership in particolare su Facebook, Pinterest e Instagram».

L’accordo con Unify (Gruppo TF1, il venditore) assegna a Gedi l’80 per cento di alfemminile. Unify manterrà il 20 per cento delle quote, assicurando così al brand le sue competenze tecnologiche. Gedi spiega anche che realizzerà delle sinergie tra alfemminile, il magazine D «e le varie sezioni tematiche delle testate del gruppo». Saranno raggiunte, in questo modo e con maggiore precisione, tutte le fasce d’età del pianeta donna.

Lo scenario in cui si colloca l’operazione è noto. L’indagine “Global Report Digital 2021” (di We are social, in partnership con Hootsuite) fotografa la richiesta di informazioni tra gennaio del 2020 e gennaio del 2021, quindi nell’anno attraversato dalla pandemia. Gli internauti hanno cercato notizie sul Covid-19, ovvio, e sugli strumenti tecnologici più funzionali al lavoro da casa. Nello stesso tempo, però, si sono informati sui cibi (in particolare su quelli salutisti) e sui prodotti per la cura personale.

A questa ricerca di informazioni e recensioni ha fatto seguito un corposo flusso di acquisti online, che vede in testa proprio “cibo e salute personale” (con un più 41 per cento nell’anno) e “moda e bellezza” (più 27 per cento). Anche qui, per scelta soprattutto delle donne.

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