Giro d’Italia 2022: quando inizia, le tappe, il percorso

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Ungheria, si ri-gira. Già in calendario per il 2020, rinviata dalla pandemia, la Grande Partenza magiara della Corsa rosa, benedetta da Orban, torna nel 2022, anche se con sedi e disegno quasi completamente cambiati rispetto al primo tentativo. Sarà la quattordicesima volta che il Giro d’Italia sceglie di partire oltre i confini italiani, la settima nelle ultime quindici edizioni. Non accadeva dal 2018, quando si partì da Gerusalemme.

La Grande Partenza

Il via da Budapest, venerdì 6 maggio, con una tappa in linea di 195 km con leggero arrivo in salita che avrà come arrivo Visegrad, città di grande importanza strategica e politica per tutta l’Europa centrale. Il Gruppo di Visegrad è l’alleanza composta da Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia e nel 2022 è proprio a guida ungherese. Il 7 maggio una breve crono (9 km) a Budapest, tutta entro il territorio cittadino. L’8 maggio una lunga frazione pianeggiante da Kaposvar a Balatonfured per chiudere la tre giorni.

Il ritorno in Italia

Dall’Ungheria, con una megaoperazione logistica, la carovana si sposterà in Sicilia, da dove il Giro riprenderà il 10 maggio, con il primo arrivo in salita, sull’Etna (traguardo al rifugio Sapienza, il via da Avola). Il giorno dopo una frazione per velocisti tra Catania e Messina, con l’omaggio a Vincenzo Nibali nella sua città natale. Il 12 maggio la carovana supera lo Stretto e corre lungo la costa tirrenica per la Palmi-Scalea (192 km), con un solo Gpm di quarta categoria a Vibo Valentia e l’arrivo lungo il mare. La risalita da Sud a Nord prosegue nella complicata Diamante-Potenza, una frazione molto mossa attraverso le montagne calabro-lucane: l’avvio lungo il mare, poi si scala il passo della Colla che porta a Lauria dove si affronta il Monte Sirino. Dopo l’attraversamento di Viggiano si scala il Monte Scuro, salita inedita molto impegnativa per giungere a Potenza dopo l’ultima salita della Sellata. Il giorno dopo la Napoli-Napoli, breve e intensa tutta tra il capoluogo campano e la penisola Flegrea, con la salita al Monte di Procida da percorrere cinque volte. La prima settimana si chiude la Isernia-Blockhaus, domenica 15 maggio: prima dell’ultima salita verso il Rifugio Mammarosa, la corsa affronterà Passo Lanciano. Stesso arrivo del 2017, allora Quintana conquistò tappa e maglia. Finale con percentuali in doppia cifra.

La seconda settimana

Dopo un giorno di riposo, si riparte martedì 17 con la Pescara-Jesi, adatta ai colpi di mano. I velocisti tornano protagonisti nella piattissima Sant’Arcangelo di Romagna-Reggio Emilia (201 km, il 18 maggio), arrivo già proposto nel 2017 (allora la tappa partiva da Forlì, vinse Gaviria). Molto interessante la Parma-Genova, tappa di media montagna adatta alle fughe. Prima parte in costante ascesa fino ad entrare in Liguria dal passo del Bocco: è la prima volta che il Giro torna sulla discesa che costò la vita, nel 2011, a Wouter Weylandt. Nel finale la corsa transiterà anche sul nuovo Ponte San Giorgio per commemorare le vittime del crollo del Morandi. La tappa 13 è la Sanremo-Cuneo (157 km): superato il Colle di Nava è tutta pianura. La parte iniziale della tappa, all’inverso, è stata utilizzata per la Milano-Sanremo del 2020, quando i comuni del savonese rifiutarono causa Covid il transito della corsa, allora in calendario l’8 agosto. Promette bene anche la Santena-Torino: i primi dieci chilometri pianeggianti fino a Chieri sono gli unici senza salita o discesa. Si percorre infatti per due volte e mezza un circuito che prevede la salita al Colle della Maddalena e dopo Moncalieri lo strappo di Santa Brigida. Si passa sulla linea del traguardo alla Gran Madre e si scala la salita di Superga per giungere nuovamente ai piedi della Maddalena e ricominciare. Nel complesso si scaleranno due volte Superga e tre volte a Maddalena e Santa Brigida per un finale molto intenso.

Le montagne decisive

Domenica 22 è in programma la Rivarolo Canavese-Cogne, con le salite di Pila e di Verrogne prima della lunga, ma non esagerata ascesa verso l’arrivo di Lillaz (22 km al 4% di media). Si festeggiano i 100 anni del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Giorno di riposo nel bresciano, poi la tappa regina del Giro 2022, la Salò-Aprica: Crocedomini e Mortirolo (dal versante di Edolo, non il più duro), Valico di Santa Cristina (le rampe che esaltarono Pantani nel 1994) e il classico arrivo a 1180 metri di altitudine. Il giorno successivo si parte da Ponte di Legno, si attacca Tonale, si passa dalla val di Cembra in omaggio a Francesco Moser, poi Passo del Vetriolo e Monte Rovere poco prima dell’arrivo di Lavarone. La 18ª è l’ultima tappa per velocisti (Borgo Valsugana-Treviso), prima del gran finale: : partenza da Marano Lagunare, poi Passo di Tanamea, ingresso in Slovenia dal valico di Uccea che porta direttamente a Caporetto. Inizia lì una delle salite inedite del Giro 2022: il Monte Kolovrat, 10 km al 10%. Lungo falsopiano a scendere per il rientro in Italia e da Cividale del Friuli si attacca la salita che porta al Santuario di Castelmonte. Infine, il sabato c’è il tappone dolomitico tra Belluno e il Passo Fedaia: Passo San Pellegrino, Pordoi (Cima Coppi del Giro con i suoi 2239 metri) e il traguardo ai piedi della Marmolada, una delle salite più dure d’Italia (un km sale all’11% di media). Tutta la verità verrà fuori qui, prima della crono finale fin dentro l’Arena di Verona.

In sintesi, saranno 7 le frazioni per velocisti, 7 le tappe di media montagna, 5 quelle di alta montagna (5 gli arrivi in salita), 2 le cronometro (per complessivi 26 km).

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