Giro d’Italia, arriva la fuga: vince Cort Nielsen. Thomas resta in maglia rosa

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VIAREGGIO – Sul Giro continua a piovere nero. Tra Scandiano e Viareggio, per una delle tappe più semplici sulla carta, è piovuto praticamente dall’inizio alla fine e per i corridori portare la bici al traguardo è stata una sofferenza colossale. Vince chi fugge, ancora, e stavolta dopo 174 km al vento tocca al danese Magnus Cort Nielsen, un fenomeno in occasioni così. Un’azione a tre da lontano con il canadese Derek Gee e il friulano Alessandro De Marchi è quella giusta. Il gruppo lascia fare, ma non è stata davvero una giornata semplice.

<<La cronaca della tappa>>

Gelo sul Passo delle Radici, i corridori provano a far accorciare la tappa

Freddissimo sul primo dei due gpm di giornata, il Passo delle Radici, a cavallo tra Emilia e Toscana. E prima del via l’ennesima lista di ritirati per Covid: tre in un giorno, 12 i non arrivati in fondo alla tappa. Oltre agli annunciatissimi forfait di Evenepoel e Uran, lasciano per virus Pozzovivo, Bystrom e Scotson, per malanni vari Wurtz Schmidt, Taaramae, Riesbeek, Kung. A tappa in corso i ritiri di Petilli, Tusveld e soprattutto del russo Aleksandr Vlasov, partito sesto della generale da Scandiano, neppure arrivato in bici in cima al Passo delle Radici (ma non si tratterebbe di Covid). Tutto altamente drammatico e surreale. Prima del via i corridori hanno provato a chiedere all’organizzazione una revisione del percorso, col taglio della prima parte e gara solo negli ultimi 70 km, in un clima meno acceso comunque rispetto ad altre occasioni simili. Niente da fare. Geraint Thomas si è presentato in rosa, come annunciato. Gimondi e Savoldelli, i due che ereditarono la maglia da Merckx e Pantani il giorno dei loro ritiri da leader, non la vestirono.

La corsa

La gara c’è ed è comunque viva, piena di emozioni. In salita nasce la fuga del giorno, a tre: De Marchi, Gee e Cort Nielsen toccano i 5 minuti di vantaggio, poi inesorabilmente il gruppo recupera, ma perde anche tanti pezzi. Matthews, Gaviria e tanti altri restano impigliati nelle retrovie. A 50 dall’arrivo si sfiora anche la tragedia: Barguil viene investito dall’ammiraglia dell’Astana, Bettiol centra un meccanico, si arrabbia, poi riparte. Anche Barguil riprende tra le lacrime. Un blando tentativo in discesa della Bahrain di Caruso non fa danni. Si va tutti insieme, anche se ricucire sui tre si rivela assai arduo e a un certo punto impossibile. De Marchi replica quel che accadde a Napoli assieme a Simon Clarke e le squadre dei leader, Ineos e Jumbo, addormentano il ritmo in testa al gruppo, favorendo i fuggitivi. Il primo attacco lo piazza Gee, il primo a saltare è De Marchi. Cort Nielsen è il più veloce e si pianta alla ruota di Gee, De Marchi rientra, ma tira la volata agli altri due ed è proprio Cort Nielsen a vincere davanti al canadese e all’italiano. Pedersen vince la volata del gruppo a 55” dal terzetto di testa. Per Cort Nielsen, 30 anni, è la prima vittoria in carriera al Giro, la ventiseiesima in carriera: anche lui, come il connazionale Pedersen a Napoli, si iscrive al club dei vincitori di almeno una tappa in tutti i grandi giri.

Thomas: “La maglia rosa un sogno che avevo sin da bambino”

Felice Geraint Thomas al termine del suo primo giorno in rosa: “Sono successe tantissime cose. Condizioni meteo terribili, ma ce l’ho fatta a godermi la maglia rosa. Era una tappa speciale per me. Tatticamente è cambiato molto il Giro dopo il ritiro di Remco, vogliamo tenere la maglia il più possibile, ma speriamo che il meteo migliori. La maglia rosa è un onore enorme. Ho iniziato con la Barloworld, una squadra sudafricana ma con base in Toscana. E la maglia rosa l’ho sempre sognata fin da quando ero solo un bambino”. Il secondo giorno in rosa di Thomas sarà complicato: la Camaiore-Tortona è la tappa più lunga del Giro (219 km), con tre gran premi della montagna, l’ultimo di quarta categoria a 45 km dalla fine.

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