Jai Hindley perse per pochi secondi il Giro d’Italia del 2020. Lo perse anche perché dall’ammiraglia persero tempo – roba di giorni – per capire che puntare su Wilco Keldermann non era poi un grande affare. Hindley ci riproverà, la convinzione intanto c’è, l’autostima pure: l’australiano della Bora-Hansgrohe si porta a casa nona tappa, finora la più dura, 191 km da Isernia al Blockhaus. Precede il francese Romain Bardet (Team DSM) e il colombiano Richard Carapaz (Ineos Grenadiers). “Sono sorpreso, mi mancano le parole – spiega il vincitore -. Non sapevo il mio livello, sapevo che sarei andato bene nelle tappe di alta montagna, ma per tutta la salita ho sofferto moltissimo in realtà. Ero al limite, ho fatto fatica a rimanere con i corridori davanti. Se penso alla classifica ora? Sì, ma adesso mi godo questa vittoria”.
<<La cronaca della gara>>
La seconda storia del giorno è quella dello spagnolo Juan Pedro Lopez (Trek-Segafredo): rischia di cadere nella salita finale (tosta, pendenza media dell’8,4% e massima del 14%), si rimette in linea, perde terreno ma non la testa. Mentre davanti battagliano in sei per la vittoria finale, riesce a concentrare le energie sufficienti per uno sprint solitario negli ultimi duecento metri. Tradotto: la maglia rosa è salva per appena 12” su un leader del passato, il portoghese Joao Almeida. Bel personaggio questo Lopez, dopo l’arrivo torna su quella incertezza che gli poteva costare caro per scusarsi con un collega: “Voglio chiedere per prima cosa scusa a Oomen. C’era un po’ di tensione e velocità, lui mi ha portato fuori strada, ho perso la testa per un attimo e gli ho tirato una borraccia. Per il resto sono felice di tenere la rosa anche nel giorno di riposo, è un sogno”.
La terza storia è quella dei vecchietti: Domenico Pozzovivo, 40 anni il prossimo novembre, è il primo degli italiani: per qualche minuto dà anche l’impressione di poter vincere, ma perde appena 3”. Vincenzo Nibali ritrova se stesso dopo la giornataccia sull’Etna e limita a una trentina di secondi il gap. E poi Alejandro Valderde, 42 anni, nei primi dieci. Insomma, la maturità salva la truppa italiana. Non la salva Giulio Ciccone, che perde molto terreno nella tappa che attendeva di più nel suo Abruzzo. Non potrà vincere il Giro, così come probabilmente non lo farà Simon Yates, sorprendentemente in difficoltà dopo gli ottimi segnali dati nelle tappe precedenti. Infine, citazione anche per Natnael Tesfatsion e Diego Rosa, i più bravi della fuga iniziale di giornata: l’eritreo la chiude finendo in un fosso dopo una curva sbagliata (nessuna conseguenza, ha ripreso la gara), il secondo quando da dietro arrivano Hindley e compagnia. Lunedì giornata di riposo, martedì con la decima tappa, la Pescara-Jesi di 196 chilometri.
Ordine d’arrivo
1. Jai Hindley AUS (Bora-Hansgrohe) in 5h34’44”
2. Romain Bardet FRA (Team DSM) s.t.
3. Richard Carapaz COL (Ineos Grenadiers) s.t.
4. Mikel Landa ESP s.t.
5. Joao Almeida POR s.t.
6. Domenico Pozzovivo ITA a 00’03”
7. Emanuel Buchmann GER a 00’16”
8. Vincenzo Nibali ITA a 00’34”
9. Alejandro Valverde ESP a 00’46”
10. Thymen Arensman NED a 00’58”
12. Pello Bilbao ESP a 01’08”
15. Juan Pedro Lopez ESP a 01’46”
Classifica generale
1. Juan Pedro Lopez ESP (Trek-Segafredo) in 37h52’01”
2. Joao Almeida POR (Uae Team Emirates) a 00’12”
3. Romain Bardet FRA (Team DSM) a 00’14”
4. Richard Carapaz COL a 00’15”
5. Jai Hindley AUS a 00’20”
6. Guillaume Martin FRA a 00’28”
7. Mikel Landa ESP a 00’29”
8. Domenico Pozzovivo ITA a 00’54”
9. Emanuel Buchmann GER a 01’09”
10. Pello Bilbao ESP a 01’22”
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