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Giustizia, caso intercettazioni: la ministra Cartabia invia gli ispettori a Trapani

Il ministero della Giustizia invia gli ispettori alla procura di Trapani per una verifica sull’inchiesta dei pm sulle Ong e le loro attività di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Durante l’indagine, in corso da quattro anni e solo adesso arrivata a conclusioni, sarebbero stati intercettati diversi giornalisti durante colloqui con le loro fonti. E in un caso sarebbero state registrate conversazioni fra una giornalista e il suo avvocato. Trascrizioni che sono finite tutte nelle pagine dell’inchiesta, 30, mila, nonostante i giornalisti non fossero indagati.

Inchiesta sulle Ong e giornalisti intercettati: la procura di Trapani promette di distruggere quelle irrilevanti

La notizia dell’invio degli ispettori arriva dallo stesso ministero che in una nota ha comunicato di avere aperto formalmente un fascicolo sull’inchiesta della Procura di Trapani e di avere dato mandato all’Ispettorato generale di “svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando all’esito valutazioni e proposte”.

È la prima iniziativa di verifica sulla condotta di un ufficio giudiziario che Cartabia  adotta da quando si è insediata in via Arenula. Il caso è nato da un’inchiesta del quotidiano Domani. Secondo il giornale diversi giornalisti che si stavano occupando di questioni legate alla Libia e alle attività delle Ong sarebbero stati intercettati dalla Procura di Trapani dal 2016, nell’ambito di un’indagine sui reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina a carico di alcune organizzazioni non governative. Tant’è che tra le 30 mila pagine appena depositate dalla procura a conclusione  dell’inchiesta che portò al sequestro della nave Juventa, di una Ong tedesca, accusata di concordare i soccorsi con i trafficanti, ci sarebbero anche le loro telefonate.

Alcuni cronisti sarebbero stati ‘ascoltati ‘per mesi, come la giornalista di inchiesta Nancy Porsia, persino mentre parla con il suo avvocato. Tutto questo senza che nessuno dei giornalisti sia mai stato iscritto nel registro degli indagati.

“Siamo di fronte allo sfregio del segreto professionale” ha denunciato il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, che ha annunciato un appello al capo dello Stato nella sua veste di “supremo garante della Costituzione” e di presidente del Csm, visto che è in gioco la stessa “qualità della democrazia”. È intervenuta anche la Federazione nazionale della stampa chiedendo alle autorità pubbliche chiarimenti sull’intera vicenda e su un particolare “inquietante”: la trascrizione di brani di colloqui relativi alle indagini su Giulio Regeni.



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