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Giustizia, primo scoglio per Draghi: Pd e M5S cercano di evitare lo scontro sulla prescrizione

ROMA – Senza molti preamboli, autorevoli esponenti del Pd e di M5S stanno cercando di evitare il primo scontro nel nuovo governo Draghi sulla prescrizione. Sono in movimento e stanno facendo pressioni da giorni. Perché – come Repubblica.it ha già anticipato mercoledì 3 febbraio – Enrico Costa di Azione con Riccardo Magi di Più Europa, Lucia Annibali di Italia viva, Francesco Paolo Sisto e Pierantonio Zanettin di Forza Italia, hanno presentato numerosi emendamenti nel decreto Milleproroghe per congelare e rinviare la legge sulla prescrizione dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede.
 

giustizia

Prescrizione, Costa e Magi contro Bonafede: “Si torni alla legge Orlando”

Iv, FI e Azione tutti uniti sulla prescrizione

Ma fino alla settimana scorsa, sia Azione che Forza Italia erano fuori dalla maggioranza. Adesso invece sono dentro. Fianco a fianco con M5S, il partito che da sempre ha fatto quadrato sulla norma di Bonafede, che viene considerata invece dall’ex forzista Costa, dal Radicale Magi e da tutti i berlusconiani una sorta di totem da distruggere a tutti i costi. Allo stesso modo la pensa Annibali di Italia viva.

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Dunque la grana è lì, proprio dietro l’angolo. Perché giusto mercoledì scorso, nelle due commissioni Affari costituzionali e Bilancio che si occupano del Milleproroghe, e in cui la vecchia maggioranza era in vistoso affanno per via dei numeri, è passata l’ammissibilità degli emendamenti che chiedono di mettere in freezer la legge di Bonafede. Entrata in vigore il primo gennaio 2020, la norma blocca la prescrizione dopo il processo di primo grado per i condannati. Ha cancellato la legge precedente dell’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, che invece si limitava a sospendere la prescrizione per 36 mesi equamente distribuiti tra Appello e Cassazione, sempre nei casi di condanna.

Decreto Milleproroghe in scadenza

Il decreto Milleproroghe scade il primo marzo. È ancora alla Camera e deve andare al Senato, dove forse sarà inevitabile porre la prima fiducia del nuovo governo. Per i decreti, com’è noto, non ci sono stop per l’esame neppure durante le crisi vista l’urgenza. Che, in questo caso, è più che evidente. Quindi la prossima settimana si dovrà andare al voto nelle due commissioni per garantire poi non solo il passaggio in aula, ma quello successivo al Senato. Per questo la diplomazia dei Dem e di M5S si è messa in movimento, nel tentativo di convincere gli autori degli emendamenti a fare il passo indietro. C’è poco tempo per convincere Costa e Magi, visto che le loro proposte di modifica “aprono” addirittura il faldone degli emendamenti, e saranno  quindi il primo argomento in discussione e il primo scoglio da affrontare subito con il voto.

Nel governo giallorosso Lucia Annibali, con il suo “lodo”, è stata irremovibile. Ha presentato più volte emendamenti per far slittare la legge di Bonafede di almeno dodici mesi. Poi è sopraggiunto un accordo sul lodo Conte-bis, con una diversa scansione della prescrizione. Italia viva lo ha bocciato e non ha partecipato al consiglio dei ministri dove fu votato dal resto della maggioranza. Ma tutto si è fermato per via del Covid. Lo stesso è accaduto per gli emendamenti di Costa.

Il Pd prova a evitare lo scontro

Ma adesso sono tutti nella stessa maggioranza. Per questo il Pd, con autorevoli esponenti, ha chiesto agli autori degli emendamenti di soprassedere per il momento ed evitare la prima spaccatura. Altrettanto ha fatto M5S. La risposta, per ora, è stata un niet. Anche se le motivazioni di chi chiede di fermarsi hanno una loro coerenza. Perché un nuovo ministro della Giustizia dovrà pur avere il tempo di affrontare il dossier prescrizione. Ma a quest’osservazione gli autori delle modifiche ribattono che gli emendamenti seguono proprio questa logica, congelare la legge esistente, toglierla di mezzo, e lasciare che si elabori nel frattempo una proposta alternativa. Sia essa il ritorno alla legge Orlando – prescrizione solo sospesa per 36 mesi dopo il primo grado – oppure un’altra qualsiasi soluzione.



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