Giustizia, Severino: “Grazie ad Antonio Catricalà, legge sulla decadenza non automatica”

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Fu grazie alla “straordinaria capacità” di Antonio Catricalà di “rinvenire soluzioni giuridiche pronte ed efficaci nei momenti più critici” che nel 2012 il decreto legislativo sulla decadenza e sulla incandidabilità dei parlamentari condannati con sentenza definitiva fu modificato in extremis, così da evitare un “eccessivo automatismo” della norma e permettere di riconoscere al “Parlamento un pieno potere di valutazione”; potere “che ha, per esempio, consentito di escludere la decadenza del senatore Minzolini, diversamente da quanto era precedentemente accaduto con il senatore Berlusconi“. A rendere noto l’inedito retroscena sull’origine di quella norma è stata Paola Severino, ex ministro della Giustizia del governo Monti che dieci anni fa, con gli allora ministri dell’Interno e della Funzione Pubblica, firmò il decreto legislativo 235.

Intervenendo all’evento organizzato dalla Luiss e dal professor Andrea Zoppini e dedicato al giurista scomparso lo scorso anno, che ieri avrebbe compiuto 70 anni, Paola Severino ha ricordato, tra l’altro, l’aiuto che l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio le diede “nella stesura delle norme più complesse, che richiedevano un dialogo con il Parlamento: le liberalizzazioni, la riforma della geografia giudiziaria, l’anticorruzione”. “Un aiuto che egli diede a me e al nostro Governo, sempre in termine di grande mediazione tra gli interessi contrapposti che in quel periodo connotavano la situazione socio-politica del Paese”, ha sottolineato la vicepresidente della Luiss il cui ricordo di Catricalà ha preceduto quello di Gianni Letta e si è unito a quelli di Franco Frattini, Corrado Calabrò e numerosi altri giuristi.

“Vorrei farvi un esempio – ha proseguito Severino – quando il ministero degli Interni ci trasmise il testo della norma sulla decadenza, sia io che il mio ufficio legislativo ci rendemmo conto che la disposizione, pur riferendosi, condivisibilmente, ai soli condannati con sentenza definitiva, poteva provocare un eccessivo automatismo. La mattina in cui doveva tenersi il Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare questa norma – ha continuato Severino –  ebbi un incontro con Antonio ed, esaminato insieme il problema, egli diede con immediatezza e straordinario intuito giuridico un suggerimento che subito accolsi: riconoscere al Parlamento il pieno potere di decidere sulla decadenza o meno di un suo membro. Risultato che ottenemmo attraverso la modifica dell’espressione ‘dichiarazione’ in ‘deliberazione’. Fu proprio in virtù di questo cambiamento che la norma è riuscita in tante occasioni a superare il vaglio della Corte Costituzionale e quello della Corte europea dei diritti dell’uomo. Essa ha cioè dato al Parlamento un pieno potere di valutazione che ha, per esempio, consentito di escludere la decadenza del senatore Minzolini, diversamente da quanto era precedentemente accaduto per il senatore Berlusconi. D’altra parte – ha concluso l’ex Guardasigilli -, al di là del caso di specie, ho sempre creduto che un governo di tecnici dovesse in ogni possibile occasione dare al Parlamento il pieno riconoscimento della sua alta funzione in un’ottica di bilanciamento costituzionale degli interessi politici”.

Gianni Letta ha ringraziato “il coraggio e la discrezione con la quale la professoressa Severino ha affrontato un tema così delicato” come quello della legge sulla decadenza, rivelando un particolare inedito riferito ad Antonio Catricalà. Paola Severino, ha sottolineato Letta nel corso del suo intervento alla Luiss, ha affrontato il tema “in modo scrupoloso e vero, e io ne sono testimone”.

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