Gli eredi di Craxi perdono in Cassazione: “Ora restituiscano 10 miliardi di lire per le tasse evase”

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Un conto in Svizzera che non era del partito, il Psi, ma di Bettino Craxi, il suo leader. Con tasse evase per oltre 19 miliardi e mezzo di lire. La V Sezione Civile della Cassazione ha depositato la sentenza che condanna i figli e la moglie del segretario del Psi a pagare oltre 20mila euro di spese legali e quei tributi, con sanzioni per oltre 10 miliardi.  

Una storia che risale al 1992 (l’accertamento era anche per l’anno successivo) e che si conclude ora – quasi 30 anni dopo – e incolpa gli eredi con beneficio di inventario Stefania, Vittorio e Anna Moncini. Per la Suprema Corte non merita alcuna obiezione la decisione della Commissione tributaria regionale della Lombardia che con verdetto del 2014, rispondendo a un ordine del 2011 di piazza Cavour, “ha minuziosamente elencato gli esiti dei procedimenti penali paralleli (al processo tributario) che punteggiavano il suo percorso argomentativo”.

Con “dovizia di elementi”, secondo gli ermellini, la Ctr lombarda “ha composto un quadro probatorio (in cui spiccano le dichiarazioni rese agli inquirenti da Giorgio Tradati) che conferma la pretesa erariale e pone in rilievo il ruolo cruciale di Craxi, il quale almeno a partire dalla seconda metà degli anni ‘ 80 (del secolo scorso), aveva fatto aprire all’estero a suoi prestanome, movimentava e gestiva, tramite “terze persone” , un conto corrente (International Gold Coast) al quale affluivano i denari che qualche persona doveva far arrivare all’onorevole Craxi”.

Bocciato l’assunto difensivo secondo cui il “precettore”, ossia il leader del partito, “al fine di eludere la tassazione personale, avrebbe retrocesso le somme al partito”. Secondo la Cassazione, sulla scorta degli accertamenti del Fisco e dei giudici tributari, quei soldi erano “materialmente riconducibile al Craxi e non al partito”. Non a caso era Craxi ad averne “la disponibilità esclusiva, come si confà al proprietario”, ed è negata “in radice” l’eventualità del “possesso” o del “compossesso” di quelle somme da parte del partito politico, la formazione socialista che dopo Mani Pulite non si è più risollevata.

“Le ingiustizie e l’accanimento nei confronti di Bettino Craxi e della sua famiglia non sembrano avere fine, nonostante il trascorrere degli anni e nonostante la verità su quella stagione, i suoi falsi eroi e le sue storture siano ormai sotto gli occhi di tutti”, ha commentato Stefania Craxi “a conclusione – ha continuato – di una vicenda grottesca, surreale, che riguarda fatti e questioni di cui né io, né mio fratello e né mia madre ci siamo mai occupati, alla faccia del principio di responsabilità personale!”.

La figlia dell’ex politico morto da latitante nel 2000 ha poi aggiunto: “Siamo stati nostro malgrado trascinati in un contenzioso tributario a conclusione del quale siamo chiamati a dover pagare le spese processuali, e solo quelle, poiché non abbiamo ereditato nulla, se non altro perché nulla c’era da ereditare, se non i valori e le idee, di un uomo il cui unico interesse di vita era la politica, come ammisero candidamente alcuni degli stessi giudici del pool”.

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