Gli occupati rivedono il pre-pandemia: oltre 23 milioni. Tasso record, ma volano i lavoratori precari

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MILANO – Per la prima volta dal febbraio 2020, quindi subito prima dello scoppio della pandemia, gli italiani al lavoro tornano a salire sopra la soglia di 23 milioni. E’ quanto emerge dai dati Istat sul mercato del lavoro, ancora provvisori, pubblicati stamane. Un quadro che l’Istituto descrive nei termini della prosecuzione della crescita dell’occupazione. Rispetto a inizio anno si tratta di 170mila occupati in più, concentrati soprattutto tra i dipendenti. Rispetto al marzo del 2021, quindi un anno fa, la crescita è di 804mila occupati. Si conferma il fatto che per la maggioranza è occupazione precaria: “In oltre la metà dei casi” il balzo di occupati sul 2021 “riguarda i dipendenti a termine, la cui stima raggiunge i 3 milioni 150 mila, il valore più alto dal 1977”, dettaglia l’Istituto.

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Il tasso di occupazione segna un picco

Guardando ai dati allegati nelle tabelle, si evince che gli occupati sono per la precisione 23,04 milioni: erano 23,05 nel gennaio 2020, oppure 23,03 a febbraio di quell’anno. Il gap è di fatto chiuso. La forza lavoro – ovvero l’insieme di chi ha un lavoro e chi non ce l’ha, ma lo sta cercando – è in recupero, ma resta sotto i livelli del pre-pandemia: è infatti stimata in 25,1 milioni di persone, contro i 25,5 milioni di inizio 2020. Il tasso di occupazione (che è un rapporto tra gli occupati e la popolazione di riferimento) si attesta al 59,9% e raggiunge il record dall’inizio delle serie storiche.

Rispetto a febbraio, marzo porta in dote 81mila occupati in più. L’aumento “coinvolge le donne, i dipendenti e le persone con più di 24 anni di età; l’occupazione rimane sostanzialmente stabile tra gli uomini, mentre diminuisce tra gli autonomi e i più giovani (15-24 anni)”. Le donne segnano infatti 85mila occupate in più sul mese, 442mila su marzo 2021 (tasso di occupazione al 51,2 per cento), mentre gli uomini occupati calano di 4mila su febbraio e salgono di 362mila su marzo 2021. Salgono sia i dipendenti permanenti (+0,7%) che quelli a termine (+0,6%), mentre restano in sofferenza gli autonomi (-0,8%).

Il tasso di disoccupazione, che nel complesso scende all’8,3 per cento, sale infatti al 24,5% tra i giovani (+0,3 punti).

Se si estende l’osservazione ai dodici mesi, la crescia dell’occupazione si deve ai dipendenti permanenti (+2,1%) e soprattutto, come detto, a termine (+15,7%); e un aumento si registra anche per gli autonomi (+1,3%).

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In calo disoccupati e inattivi

Positivo è il fatto che, in questo mese, al recupero dell’occupazione si uniscano il calo della disoccupazione (all’8,3%, torna ai livelli del 2010), e quello del tasso di inattività: scende al 34,5%, livelli prepandemici. Erano 13,05 milioni gli inattivi di inizio 2020, sono ora 12,9 milioni.

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