Gli Usa: “Attacco atomico non imminente”. Ma già si ragiona su come rispondere

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New York – “Per essere chiari, chi decide è uno. Non ci sono controlli su Putin. Come ha preso la decisione irresponsabile di invadere l’Ucraina, potrebbe prenderne un’altra. In questo momento però non vedo nulla che mi faccia credere che l’abbia già fatto”. Il commento sulle minacce nucleari del capo del Cremlino, che il segretario alla Difesa americano Austin ha fatto ieri durante un’intervista con Fareed Zakaria della Cnn, ricorda molto la narrativa di Washington alla vigilia dell’invasione: Mosca sta schierando le truppe al confine per aggredire Kiev, ma l’ordine non è stato ancora emesso. La speranza era che non accadesse mai, però a febbraio l’attacco era poi scattato. Perciò il Pentagono monitora la situazione, per intercettare qualunque movimento che potrebbe presagire l’uso delle atomiche, mentre dietro le quinte attiva tutti i canali a disposizione per evitarlo.

Austin ha rivelato di aver sollecitato in passato il collega russo Sergej Shoigu, in privato, a “non prendere questa strada e condurre questo tipo di comportamento irresponsabile”. Non gli ha parlato negli ultimi tempi, ma ha confermato che “altri membri della leadership del governo degli Stati Uniti hanno trasmesso messaggi simili alla Russia di recente”. Si riferiva di certo al consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan, che solo un paio di giorni fa ha detto di aver avvertito Mosca delle “conseguenze catastrofiche” che avrebbe l’impiego delle atomiche. Ieri poi il segretario Nato Stoltenberg ha ripetuto alla Nbc che “qualsiasi uso di armi nucleari avrà risposte serie per la Russia”.

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È probabile che l’intelligence americana, se intercettasse segnali della preparazione di un attacco nucleare, li rivelerebbe al mondo, come aveva fatto con l’ammassamento delle truppe prima dell’invasione dell’Ucraina. Potrebbe esserci un appello diretto di Biden, pubblico o privato come all’epoca della crisi dei missili a Cuba, anche se è improbabile che faccia lui la prima mossa per aprire un negoziato, perché verrebbe vista come un cedimento ai ricatti di Putin. Austin comunque ha condannato le “annessioni illegali di territorio ucraino” e ha definito le minacce di usare le atomiche “una dichiarazione irresponsabile. Questo tintinnio della sciabola nucleare non è il tipo di cosa che ci aspetteremmo di sentire dai leader di grandi paesi con capacità atomiche”. Quanto alla controffensiva in corso, “possiamo aspettarci che gli ucraini continuino ad andare avanti e tentino di riprendersi tutto il territorio all’interno dei loro confini sovrani. Noi continueremo a sostenerli”. Il capo del Pentagono invece ha detto di non vedere “un’invasione imminente” di Taiwan da parte della Cina, e ha auspicato il rilancio delle comunicazioni col collega Wei Fenghe, anche perché nel momento in cui diventasse chiaro che Putin prepara l’attacco nucleare, Biden punterebbe pure su un intervento di Xi per dissuaderlo.

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Il New York Times ha scritto che l’attacco non sembra imminente, anche se fonti israeliane segnalano l’inusuale spostamento di bombardieri TU 160 e TU 95 nella base Olenya sulla penisola di Kola, dotata di testate atomiche. Putin ha circa 2.000 testate tattiche che potrebbe usare, in maniera dimostrativa in qualche zona disabitata del Mar Nero, oppure su una base militare ucraina. La risposta sarebbe convenzionale, probabilmente lanciata ancora da Kiev per evitare lo scontro diretto con Usa e Nato, colpendo però in maniera devastante le strutture usate per il lancio. Mosca poi sarebbe completamente esclusa dal sistema finanziario ed economico mondiale.

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