Great Nnachi è italiana anche per la legge

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“Ci sono giorni in cui non so neanche più chi sono” scuoteva la testa sconfortata qualche settimana fa Great Nnachi. Il tanto atteso documento che certifica la cittadinanza ieri è finalmente arrivato e quindi adesso la talentuosa atleta che si è messa in luce nel salto con l’asta e nella velocità può festeggiare.

Dopo aver stabilito numerosi record e conquistato dieci titoli italiani – e dopo aver ottenuto l’onorificenza di Alfiere delle Repubblica dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – ora può coronare il suo sogno: diventare un’atleta italiana. Nelle scorse settimane, quando stava per compiere i 18 anni, la giovane si era informata in Questura e aveva presentato la richiesta. Ieri, la lieta sorpresa: il Comune di Beinasco, cintura sud-ovest di Torino, ha rilasciato il certificato che attesta l’acquisizione della cittadinanza italiana con decorrenza 24 settembre 2022.

La storia di Great balzò alle cronache nazionali fra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019: a 14 anni, prima conquista il titolo tricolore giovanile nel salto con l’asta, poi supera quota 3,70 realizzando un record italiano strepitoso, avvicinando il record mondiale Cadette a 3,91. “Great ha la stoffa della campionessa, il suo è un talento pazzesco e in giro per il mondo nessuna ragazza che ha le sue qualità” certificava un esperto assoluto come il suo allenatore Luciano Gemello. Peccato che quando però si trattava di festeggiare le vittorie con la bandiera tricolore, Great diventava quasi un fantasma. Eppure Nnachi si è sempre sentita italianissima, e non ci voleva poi molto a capirlo: “Io sono nata qui, sono cresciuta qui e non conosco nulla della cultura africsana dei miei genitori” allargava le braccia Great. Che parla perfettamente la nostra lingua ed è nata il 15 settembre del 2004 a Torino, ospedale Regina Margherita, da genitori nigeriani; eppure, per i documenti ufficiali, avrebbe dovuto aspettare di compiere i diciotto anni.

Ieri, finalmente, l’incubo è finito, “anche se prima di poter diventare italiana per la legge, Great ha dovuto saltare un sacco di gare” si rammarica Gemello che spera che la seconda vita di Nnachi possa diventare un po’ più agevole della prima. Perché fin da piccola la sua storia è stata in salita: “Mio padre lavorava alla Fiat ed è morto quando io avevo solo cinque anni: mia madre era molto triste, in casa abbiamo avuto tante difficoltà ma le abbiamo superate” spiega Great che ringrazia per l’appoggio ricevuto anche il Cus Torino e il progetto atletica. E così, dopo aver frequentato con profitto le scuole medie e il liceo Scientifico, adesso Great è contesa dai gruppi sportivi delle Fiamme oro, Fiamme gialle e carabinieri, e non vede l’ora di indossare la sua prima maglia dell’Italia. “Il mio sogno? Vorrei partecipare alle Olimpiadi, un po’ come tutti gli atleti. E voglio farlo indossando la maglia azzurra”.

 

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