Guariti dal Covid e dimessi, tornano positivi e contagiano 38 persone: allarme alla casa di cura di Cassino

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Guariti dal Covid, dimessi dall’ospedale e, come qualsiasi altro paziente, ricoverati in una struttura per la riabilitazione di cui hanno bisogno, ma a quel punto tornati all’improvviso positivi, contagiando così gli altri pazienti.

Questo quanto accaduto nell’ultimo mese nella casa di cura San Raffaele di Cassino. E a quanto pare non si tratta neppure di un caso isolato. Un problema che sta creando ulteriori difficoltà nella gestione della pandemia.

L’ondata di contagi tra i pazienti no-Covid

La casa di cura San Raffaele di Cassino, una delle strutture del gruppo Angelucci, ha 300 posti letto e si occupa principalmente di riabilitazione. Su richiesta della Regione, sono ormai ben 81 i posti dedicati ai Covid, dove vengono ricoverati i positivi che, usciti dagli ospedali, hanno ancora bisogno di assistenza. Gli altri posti sono invece per tutti i pazienti no-Covid e proprio in due di tali reparti si è verificato nell’ultimo mese il problema dei contagi.

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In quello per lungodegenti, in particolare, sono stati ricoverati pazienti dimessi dagli ospedali perché ormai negativi al virus, dunque guariti. Pazienti dimessi in larga parte dagli ospedali di Cassino e Frosinone.

Il virus si “è riattivato”

Tali pazienti, trascorso qualche tempo dal ricovero al San Raffaele, sono però risultati nuovamente positivi. Il virus, da quanto verificato dai medici, si è riattivato. In un caso c’è stato anche uno degli ospiti che è giunto a Cassino dopo un intervento chirurgico a Formia, che si è poi scoperto essere stato contagiato dal chirurgo. In larga parte però vi sarebbero stati tutti casi di autonoma ripositivizzazione.

Ben 38 i contagi. Il 70% circa per una riattivazione del virus e gli altri contagiati dai primi. Abbastanza per creare serie apprensioni in strutture come il San Raffale, dove il personale, 524 persone in totale, è vaccinato, ma gli ospiti, fatta eccezione per i più fragili ancora no.

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“A casa gli operatori che non si sono voluti vaccinare”

“Dei 38 positivi ora 13 si sono nuovamente negativizzati e gli altri sono stati ricoverati nel nostro reparto Covid. Purtroppo in casi del genere – assicura l’amministratore delegato Antonio Vallone – si può fare ben poco. Ma la nostra struttura è sicura, abbiamo avuto controlli da parte dell’Asl e 13 operatori che non si sono voluti vaccinare li abbiamo subito tenuti a casa”. Come se non bastasse inoltre anche tra il personale vaccinato sei medici e infermieri sono stati ugualmente contagiati. Positivi nonostante la doppia dose di Pfizer somministrata loro a gennaio. “Per evitare rischi – aggiunge l’amministratore delegato – da tempo non facciamo più neppure gli antigenici e facciamo solo tamponi molecolari”.

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Sta accadendo anche in altre strutture

La Fp Cgil ha avanzato dei sospetti, ipotizzando che non vi siano percorsi ben separati per Covid e no-Covid, che non vi siano adeguati interventi di sanificazione, e che non vi siano sufficienti tutele per il personale, esponendo tali dubbi anche al Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Frosinone. Vallone ha però risposto fornendo ampie rassicurazioni: “La casa di cura ha sempre messo in atto tutte le misure idonee per la tutela dei propri lavoratori, nel rispetto delle normative nazionali e regionali dettate in materia e ciò sotto la scrupolosa sorveglianza della Asl Frosinone”. Il problema, per il direttore generale, è dunque tutto legato ai pazienti ricoverati perché guariti e che sono tornati positivi.

“Non è accaduto soltanto da noi. Sta accadendo anche in altre strutture, del gruppo e non solo”, assicura Vallone. Un’altra piaga e proprio mentre, grazie alle vaccinazioni del personale sanitario e degli anziani, il Covid inizia ad arretrare nelle strutture sanitarie.

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