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Guida dell’Espresso 2021: gran balzo della Sicilia e giovani leoni in rampa di lancio

Sicilia al vertice nella nuova Guida “I Ristoranti e i Vini d’Italia 2021”: due ristoranti dell’isola, il Duomo di Ragusa dello chef Ciccio Sultano e la Madia di Licata guidata da Pino Cuttaia entrano nel ristretto club dei Cinque Cappelli, il simbolo che contraddistingue i migliori locali della Penisola. Con loro scala il vertice anche Davide Oldani, con il suo rinnovato “D’O” a Cornaredo. Con i tre nuovi ingressi diventano 13 i ristoranti al top.

La Guida, disponibile da domani nelle edicole, nelle librerie e nelle versioni app per iOS e Android, è stata presentata questa mattina in un evento online condotto dal direttore e curatore Enzo Vizzari, insieme a Luca Ferrua, direttore dell’hub Il Gusto, durante il quale sono stati annunciati i vincitori dei premi per i migliori ristoranti e le eccellenze del territorio. “In quest’anno, così pesantemente segnato per tutte le attività legate all’enogastronomia e al turismo, “il buono non si ferma” – ha spiegato Enzo Vizzari – Il nostro è un invito ad appoggiare la fatica del settore in chiave positiva, sforzandosi di fotografare il buono invece della desolazione, non per miopia ma per precisa scelta editoriale. Perché crediamo che ogni persona che sta dietro a un locale aperto anche solo pochi giorni nell’arco di quest’anno sciagurato meriti per i suoi sacrifici di venire sostenuta e celebrata” .

L’anno d’oro di Davide Oldani: conquista anche i cinque cappelli

Qualche numero: nel complesso sono poco più di 2 mila i ristoranti e le trattorie ai quali nella Guida è dedicata una scheda, di cui 14 con il ‘Cappello d’oro’ (2 in più rispetto all’edizione 2020) che contraddistingue i locali che hanno fatto la storia della cucina italiana, 13 appunto con ‘5 Cappelli’, 29 con ‘4 Cappelli’ (2 in più), 79 con ‘3 Cappelli’, 236 con ‘2 Cappelli’ (23 in più) e 619 con ‘1 Cappello’ (22 in più). Anche quest’edizione fotografa poi le regioni e le aree più dinamiche e più ricche di “Cappelli” rispetto ad altre, dove poco sembra cambiare: per esempio Piemonte e Lombardia fra le prime, Campania, Toscana e Liguria, fra le seconde. “Non abbiamo regalato nulla a nessuno” dice il direttore “Ma come sempre abbiamo semplicemente cercato di essere obiettivi, di valutare i ristoranti guardando nel piatto, nonostante le bombe fuori dalla finestra”. “Mi piace poi rimarcare” conclude Vizzari, “i molti giovani cui sono stati attribuiti i premi speciali”. E tra di loro è da segnalare il premio per il giovane dell’anno a Valerio Braschi, primo vincitore di Masterchef ad essere “laureato” dalla Guida.

Custode della memoria e testimone del gesto, Pino Cuttaia nuovo Cinque cappelli

Che oltre ai ristoranti dedica una ampia sezione anche ai “Vini d’Italia”. “Una guida al meglio del meglio, uno strumento agile ed efficace al servizio non degli esperti, o presunti tali, ma diretto all’appassionato, al curioso del vino, non un’ennesima opera omnia ma un’accurata selezione di degustazioni effettuate entro la fine del 2020”, scrive il curatore Andrea Grignaffini. Si tratta di una selezione dei migliori 100 bianchi, 100 rossi, 100 spumanti, 30 rosati, 30 ‘dolci’. Una apposita classifica è poi dedicata alle migliori bottiglie per rapporto qualità-prezzo con 100 vini sotto i 15 euro di costo in enoteca. Per ciascun vino oltre al giudizio (espresso con il simbolo della ‘bottiglia’ e al prezzo medio allo scaffale), è riportato un breve testo che ne dà una descrizione essenziale. Seguono le schede delle aziende dei vini scelti. Per scelta, di nessuna azienda è segnalato più di un vino.

Ma nella ristorazione italiana hanno un’importanza sempre maggiore le pizzerie. E a loro, alle 106  “Migliori Pizzerie d’Italia” selezionate e valutate da Tommaso Esposito e Tania Mauri, è dedicata un’altra sezione specifica: e sono 39 quelle ritenute al top che ottengono il simbolo delle ‘tre pizze’.



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