Hanno tutti ragione | Speranza e l’unica minoranza non tutelata: la sinistra

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Se Roberto Speranza fosse Roberta, se facesse parte di una minoranza etnica o religiosa, se subisse attacchi per il fisico o i difetti estetici, sarebbe più facile imbastire la sua difesa in questi tempi di cancelletti e crociate lessicali. Ma, purtroppo per lui, Speranza fa parte della minoranza peggio tutelata: la sinistra. Non tutelata nemmeno da una parte degli appartenenti alla comunità, scattanti se si tratta di intervenire su dispute biologiche, meno se il problema è politico.

Il ministro della Salute è da giorni sotto attacco per nessun altro motivo che la sua identità politica: è l’esponente più di sinistra del governo, oltre che il principale tratto di continuità con l‘esecutivo precedente. La campagna della Lega, la mozione di sfiducia di Fratelli d’Italia, il crucifige della stampa di destra, le frecciate di Italia viva, che ha ritrovato motivi di dolersi del governo di cui fa parte individuandoli nelle mancanze del ministro della Salute, non sono basate su un fatto specifico, su una contestazione legata a un atto, un’ordinanza, un inciampo. Gli rimproverano la linea della prudenza, gli stessi che volevano riaprire il Paese senza se e senza ma, e mica ora, che è comunque un rischio, ma anche quando le bare se le portavano via i camion dell’esercito, e pure dopo l’estate, mentre la gran parte dei Paesi europei chiudevano più e meglio di noi.

Covid, mozione di sfiducia di Fratelli d’Italia contro Speranza, la Lega è imbarazzata ma non si deve dire

Speranza è il bersaglio a prescindere, il nemico del popolo, il nuovo Dracula, il grigio burocrate di partito, il portatore sano del fattore K, lo spettro del comunismo che non importa si aggiri davvero, del resto è uno spettro, ognuno lo vede dove vuol vederlo e in Italia non mancano i visionari. Quella contro di lui non è una fiammata estemporanea, è un disegno di spostamento a destra dell’asse del governo, ora e ancor più in prospettiva, quando finirà l’esperimento Draghi e gli orbaniani di casa nostra proveranno ad aumentare il vantaggio: più vicino alle loro posizioni sarà il punto di inizio della corsa elettorale, più netta sarà la vittoria. Lo sprezza chi, come Fratelli d’Italia, fino all’estate scorsa contestava persino l’uso obbligatorio delle mascherine, lo bullizza chi, come la Lega, porta la responsabilità diretta del più grave default sanitario di questa pandemia, quello lombardo.

l’iniziativa

“Io sto con Roberto”, l’appello di Maurizio De Giovanni. Da Ferilli a Landini, attori e sindacati in difesa del ministro Speranza

L’Italia ha vissuto momenti di sbandamento e impreparazione. Speranza non è stato certo immune da errori. Ne ha commessi sicuramente nell’esercizio delle sue funzioni da ministro e ha pagato l’unica leggerezza narcisistica che si è concesso, il libro sulla “guarigione” del Paese stampato e fermato poco prima di andare in vendita proprio nel momento in cui la pandemia travolgeva il Paese con la seconda ondata di contagi. Ma ha seguito una linea responsabile e ha certamente occupato la carica con un onore e una disciplina estranei alla gran parte dei suoi detrattori. È uno strenuo difensore della sanità pubblica, e questo dispiace ai sedicenti liberali che ne hanno magnificato lo smantellamento progressivo in nome dei presunti miracoli del privato, miracoli peraltro indiscutibili se parliamo della crescita del giro d’affari nell’ultimo ventennio.

La campagna contro Speranza è un anticipo dell’opa della destra sul Paese. Da quelle parti è ben chiaro a tutti. Nel campo di Speranza, insomma.

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