Higuain, un addio tra lacrime: “Sono stato un privilegiato”

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Piange, Gonzalo Higuain, tra i tanti muchas gracias a chi ha sempre creduto in lui, alla sua famiglia, alla compagna Lara, che si asciuga le lacrime e alla piccola Alma, quattro anni, che guarda un po’ perplessa il papà, alle prese con sospiri e lucciconi, e poi si sorbisce una dose extra di baci. A 35 anni annuncia il ritiro, l’attaccante argentino, e tira su col naso, quel naso che papà Jorge – calciatore sì, ma ancor prima difensore – aveva così pronunciato da meritarsi il soprannome di “Pipa”, che si è poi trasferito, con l’aggiunta del vezzeggiativo, al piccolo Gonzalo.

Higuain: “Dolore nell’anima, ma è il momento di godersi la famiglia”

Il Pipita lascia calcio, lascia l’Mls americana, lascia l’Inter Miami, dove nella notte italiana tra venerdì e sabato, a cavallo tra settembre e ottobre 2022, ha deciso la sfida contro Toronto del suo ex compagno Lorenzo Insigne: controllo, palla lasciata sfilare, sinistro incrociato imprendibile. Alla Higuain. Che, con orgoglio e fierezza, ci tiene a precisare: “Smetto in uno dei momenti migliori della mia carriera. Quest’anno mi sono divertito tantissimo ma negli ultimi 3 o 4 mesi ho preso questa decisione. È ora di godermi la mia famiglia, anche se sento un dolore nell’anima”. Tanto forte da rendere sfocati i foglietti degli appunti, nascosti dalle lacrime.

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Higuain, i trofei vinti in carriera

Ha vinto tanto, in carriera, Higuain, tre campionati, due Supercoppe e una Coppa di Spagna con il Real Madrid, una Coppa e una Supercoppa italiana con il Napoli, tre campionati italiani e due Coppe Italia con la Juventus, una Europa League con il Chelsea. E in 17 anni ha segnato tantissimo, il Pipita: in 708 presenze 333 reti. Quella che però gli manca, e per sempre gli mancherà, l’ha fallita il 13 luglio 2014 allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro. Al 21′ minuto del primo tempo della finale mondiale tra la Germania e la sua Argentina, Toni Kroos gli servì di testa un assist tanto involontario quanto magnifico: solo davanti a Neuer, lui che di gol così ne aveva e ne avrebbe poi segnati a valanga, ciabattò un ingardabile destro al lato. La partita la vinse la Germania, con la rete di Götze nei supplementari. E così Higuain, in Nazionale, è rimasto per sempre un vice: vicecampione del mondo nel 2014, appunto, e vicecampione d’America nel 2015 e nel 2016.

Higuain e il record di gol in Serie A

In Italia, invece, è l’uomo del record: 36 gol in un campionato di Serie A, stagione 2015/2016, uno più di Gunnar Nordahl, che ne aveva segnati 35 nel 1949/1950. Primato eguagliato ma non superato da Ciro Immobile nel 2019-20. Pochi mesi dopo l’impresa, suggellata da una tripletta al Frosinone, lo shock, col passaggio dal Napoli alla Juventus, che pagò la clausola rescissoria di 90 milioni di euro: “È stato incredibile: io che sono diventato il giocatore più pagato della storia di Argentina”, dice adesso. Con la Juve la gioia degli scudetti, ma il dolore sportivo della quarta grande finale persa, nella notte del 3 giugno 2017, quando a Cardiff i bianconeri furono sconfitti 4-1 dall’ex squadra di Higuain, il Real Madrid.

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Higuain e Sarri: un rapporto speciale

Una coppa europea, in realtà, l’attaccante argentino l’ha vinta. L’Europa League conquistata il 29 maggio 2019 dal Chelsea nel derby con l’Arsenal. A Londra lo aveva voluto Maurizio Sarri, che già lo aveva avuto nel Napoli e lo riavrà poi nella Juve, ma nella serata di Baku l’allenatore toscano gli preferì Olivier Giroud. Per Higuain soltanto la panchina. La parabola discendente era già iniziata, con il prestito al Milan e non si è interrotta neanche col ritorno nella Torino bianconera. A settembre 2020 la risoluzione consensuale del contratto, l’addio all’Italia e il trasferimento negli Stati Uniti. Due anni di gol nella periferia del pallone, fino alle lacrime d’addio al calcio, “una professione che mi ha fatto sentire un privilegiato”.

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