LONDRA – Il fondo dei mari britannici vale di più per la difesa dell’ambiente che come fonte di produzione di gas e petrolio. Lo affermano nuove cifre dell’Office for National Statistics (Ons) citate dall’agenzia di informazione economica Bloomberg. I dati calcolano il valore dei “beni naturali” marini della Gran Bretagna in 211 miliardi di sterline, analizzando il beneficio che si ricava dalle emissioni nocive catturate dagli oceani e dall’ecosistema costiero. L’Ufficio Nazionale Statistiche stima che i fondali e le zone acquifere lungo le coste sono in grado di risucchiare 10,5 milioni di tonnellate di ossido di carbonio l’anno, per un valore di 57,5 miliardi di sterline.
La Posidonia Oceanica, il Blue Carbon mediterraneo
In confronto, le foreste del Regno Unito catturano ossido di carbonio per 55 miliardi di sterline. Il mare batte i boschi, da questo punto di vista. E si tratta di una stima prudente, perché il valore reale, dicono gli esperti, potrebbe essere sei volte più grande, con il fondo dei mari che trattiene 60 milioni di tonnellate di emissioni nocive l’anno. Il valore che il mare genera nell’assorbire carbonio dall’atmosfera è più alto di quello che si guadagna dall’estrazione di gas e petrolio dalle piattaforme marine o dalla pesca, conclude il rapporto dell’Ons.
La sabbia verde che cattura l’anidride carbonica