I funerali di Andrea, il bambino morto a Sharm. Ha scelto lui il nome della sorellina che nascerà tra cinque mesi

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Una piccola bara bianca, i genitori seduti ai due lati, i familiari dietro di loro, ancora attoniti. La chiesa di San Basilio, a Palermo, si è riempita per salutare il piccolo Andrea Mirabile. Fra i banchi anche il sindaco Roberto Lagalla, che prima dell’inizio della funzione ha abbracciato i genitori del bambino morto a Sharm el Sheikh. Ancora da chiarire le cause del decesso, i medici del posto sostengono sia stata una intossicazione alimentare ma resta un’ipotesi mentre ne avanzano altre come l’intossicazione ambientale o da contatto.

La mamma, il volto stanco, pallido, quasi affilato dal dolore delle ultime settimane, è incinta al quarto mese di una bambina che si chiamerà Silvia, il nome scelto proprio da Andrea. Il papà con i segni della lunga degenza ancora addosso. A celebrare la funzione, padre Luciano Africano che dice: “So che vi chiedete perché, ma non è la domanda giusta”.

Antonio Mirabile, il papà di Andrea, è stato appena dimesso dall’ospedale, dopo più di una settimana di degenza. E non era scontato. Dal 2 luglio scorso ha dovuto combattere per sopravvivere a quella sindrome che lo ha ridotto in fin di vita e gli ha portato via il figlio.

I genitori di Andrea Mirabile con il sindaco Roberto Lagalla (foto Petyx)

I genitori di Andrea Mirabile con il sindaco Roberto Lagalla (foto Petyx)  Un’intossicazione alimentare, l’hanno bollata i medici egiziani della guardia medica nei pressi del resort in cui alloggiavano e a cui per primi si sono rivolti. Ma la diagnosi non sembra convincere né i medici italiani, inclusi quelli che hanno trattato in questi giorni l’uomo, né i consulenti nominati dal pm Bruno Brucoli. “Potrebbe essere stata un’intossicazione alimentare, ambientale o da contatto”, hanno fatto filtrare senza sbilanciarsi.

Sul caso, dopo la presentazione di un dettagliato esposto da parte della famiglia, assistita dallo studio Giambrone & Partners, la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e affidata al pm Brucoli. Saranno loro, probabilmente già la prossima settimana, ad ascoltare i genitori del piccolo per tentare di ricostruire gli ultimi movimenti della famiglia in Egitto, capire cosa abbiano mangiato o toccato, dove siano andati.

Ma sarà agenda dei giorni a venire. Oggi la famiglia, hanno fatto sapere i più stretti, vuole solo salutare il piccolo, mai tornato da quella vacanza che per mesi è stata un sogno, ma si è trasformata in un incubo da cui non ci si risveglia.

Prima della funzione, in tanti hanno abbracciato i genitori arrivati in corteo, seguendo la bara del figlio fino alla chiesa. Durante il funerale, la coppia si guarda spesso, qualche parola sussurrata, la mamma appoggia la testa sulla bara. “La famiglia di Andrea è una famiglia meravigliosa, che ha lottato per la vita”, dice dall’altare padre Giuseppe Di Giovanni. “Mentre auspichiamo – aggiunge – che la giustizia umana faccia il suo corso, perché vogliamo verità, pretendiamo verità, voglio condividere due pensieri. Ieri alla fine della processione di Santa Rosalia, il vescovo ha parlato di Andrea, ha parlato di voi e dalla piazza è arrivato un applauso scrosciante. Palermo è con voi, Palermo è con Andrea. È stato lui a scegliere il nome di Silvia che nascerà, vero? Il nome di Andrea è scritto in cielo e brillerà insieme a Silvia che nascerà”.

Poi parla la maestra di Andrea, che con voce rotta ricorda “un bambino speciale” a cui promette: “Le tue maestre e i tuoi compagni sempre ti ameranno”. L’ultimo saluto è sul sagrato, un volo di palloncini bianchi verso il cielo. Mentre si disperdono, la bara esce dalla chiesa portata a spalla dai parenti. Il nonno quasi ci si aggrappa. Dietro i genitori fino all’ultimo rimangono davanti al carro funebre che inghiotte la piccola cassa. Lei la segue con lo sguardo, lui alza gli occhi al cielo quasi a chiedere perché.

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