Non vogliono neppure sentirsi dire che sono “orfani” di Conte. I furono “responsabili” si affacciano a nuova vita sostenendo il governo Draghi. Sanno bene che la missione per la quale erano nati – ovvero la sopravvivenza della maggioranza giallo- rossa a sostegno del governo Conte 2, in barba allo strappo di Renzi – è fallita. E loro, riuniti nel gruppo di 10 senatori con il nome di Europeisti-Maie. Centro democratico, da indispensabili sono diventati ininfluenti.
“Eravamo centrali? Sì, ma in questa nuova maggioranza credo che nessuno sia centrale”, risponde Ricardo Merlo, l’italo argentino del Maie, che dell’operazione responsabili è stato una delle anime. Merlo è sottosegretario agli Esteri. Lo è stato sia con i gialloverdi, quando ministro era Enzo Moavero, che con il grillino Luigi Di Maio. Punta a restare alla Farnesina? “Il momento è così grave per il Paese che non sono queste le cose a cui pensare”. Tuttavia i senatori responsabili in un sottosegretariato sperano. Durante la crisi del Conte 2 erano accreditati per un ministero.
Adesso proprio a mani vuote non sono rimasti. Perché il gruppo che è nato a Palazzo Madama – anche con l’aiuto del Pd che ha “ceduto” una sua senatrice Tatiana Rojc perché arrivassero al numero minimo indispensabile, appunto di dieci – potrà godere di alcuni vantaggi. Innanzitutto siedono in conferenza dei capigruppo, e quindi decidono il calendario dell’aula. Hanno a disposizione 90 metri quadrati di uffici, che dovevano scegliere tra Palazzo Madama, Palazzo Giustiniani e Palazzo Cenci.
Si trasferiranno a Palazzo Cenci, così da avere una organizzazione tutta per sé con ufficio legislativo e ufficio stampa. A questo punto hanno anche un loro budget a disposizione, che non è aggiuntivo rispetto al passato, solo che è a loro esclusiva disposizione, pari a 590 mila euro. Ogni senatore porta in dote infatti al gruppo di appartenenza 59 mila euro, che moltiplicato dieci, fa circa 600 mila. Altri vantaggi sono i tempi a disposizione in aula per i gruppi parlamentari, diversamente a quanto accade se si è nel Misto. Quindi ininfluenti, ma benestanti
Il tesoriere, l’ex grillino Maurizio Buccarella spiega che “era necessario provarci” e fare un gruppo di responsabili. Poi è andata come è andata, il progetto di allargamento dei giallo-rossi è finito in un buco nell’acqua. “Però l’idea di un’Europa federalista è l’orizzonte in cui ci muoveremo”.
Per ora il gruppo resiste. Tatiana Rojc, pur ammettendo di avere “il cuore nel Pd”, non lascia i nuovi compagni. Senza di lei, il gruppo Europeisti-Maie-Cd naufragherebbe.
Gregorio De Falco – il comandante che redarguì il capitano Schettino a non abbandonare la nave Concordia e che è stato eletto con i 5Stelle – ancora più convintamente vuole proseguire la navigazione con i responsabili. “Non siamo stati i figli di Conte, quindi non ne siamo gli orfani. La nostra sommessa non può essere derubricata a gossip: ci rendiamo conto dei morti, di cosa sta comportando la pandemia?” Con i corrispettivi responsabili della Camera si raccordano, certo. De Falco del resto ha chiesto a Bruno Tabacci di potere usare il nome del Centro democratico.
Certo la sfida politica a questo punto è tutta da rivedere. Maria Rosaria Rossi, la berlusconiana che ha accudito per anni con devozione Silvio Berlusconi, e poi è passata con i senatori responsabili lasciando Forza Italia, ne discute di certo con l’altra forzista Renata Polverini che a Montecitorio per prima ha fatto lo stesso percorso.
Renata Polverini, ex presidente della Regione Lazio, ex sindacalista della destra sociale, scommette in positivo: “Non sappiamo cosa farà Conte, ma noi non ci fermiamo”.
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