Siamo qui in prima fila a guardare in televisione e su Twitter un circo sanguinario, presi in trappola fra un’infinita pietà e un razionale interesse egoistico. La tensione fra due forze opposte è insostenibile: da un lato, l’orrore per un’invasione senza senso, l’ammirazione per la capacità di resistenza degli ucraini, gli abitanti di un paesino che inveiscono disarmati contro un carro armato russo o danno da mangiare a un soldato di leva russo catturato che singhiozza mentre gli consentono di telefonare alla madre, il dolore per lo spettacolo di bambini terrorizzati rannicchiati addosso ai loro genitori dentro i bunker mentre la loro città viene distrutta; dall’altro, la colonna di 60 chilometri in attesa alle porte di…
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