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Il caffè si beve nel caffè: la tazzina è fatta con fondi riciclati. E dà lavoro a chi non lo trova

Dal caffè al caffè. Può essere sintetizzato così Coffeefrom, il nuovo materiale a base biologica realizzato con fondi di caffè riciclati di origine industriale, ideato dalla Cooperativa sociale milanese Il Giardinone. Ogni anno nel mondo si producono 9,5 tonnellate di caffè e se ne consumano circa 660 miliardi di tazze. Dalla sua lavorazione derivano almeno 20 milioni di tonnellate di polvere umida parzialmente esausta, un sottoprodotto solitamente gestito come rifiuto, sia in ambito domestico che industriale, ma che negli ultimi tempi sta scoprendo una nuova vita. Nelle vesti di materia prima.
 

I fondi di caffè oggi vengono utilizzati come combustibile, per realizzare fibre speciali in grado di assorbire gli odori, come base di tinture naturali. Un vero e proprio oro nero, che la Cooperativa Il Giardinone ha deciso di lavorare trasformandolo in materiale innovativo, estremamente versatile, con cui ha realizzato una tazzina da caffè, per degustarlo al meglio. Il progetto Coffeefrom inizia a prendere forma nel 2019, un’innovazione 100% made in Italy, frutto del coinvolgimento tra aziende della filiera della bioplastica e il Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano, attraverso la sua Fondazione, in un modello virtuoso di simbiosi industriale accompagnato da una società di consulenza di marketing internazionale nel ruolo di business developer.

Laura Gallo con una delle tazzine di Coffefrom 

Coffeefrom è il secondo progetto di economia circolare de Il Giardinone, la prima esperienza risale a Expo 2015, quando il team sperimenta il recupero e la trasformazione dei fondi di caffè in collaborazione con Lavazza e Novamont, per dar vita a FungoBox, un kit di autoproduzione di funghi freschi a partire dagli scarti del caffè di origine urbana. Nel tempo, il know-how nel recupero e trasformazione di sottoprodotti si rafforza, gettando quindi le basi per questa nuova visione imprenditoriale: trasformare lo scarto inutilizzato in materia vergine.
 

“Oggi la percentuale di fondo di caffè nel materiale Coffeefrom così come in ogni tazzina è di circa il 15%, l’obiettivo è aumentarla notevolmente, per utilizzare quanto più materiale organico esausto possibile, sostituendo così l’utilizzo di materie prime altrimenti provenienti dall’altra parte del mondo”, spiega Laura Gallo, presidentessa della Cooperativa. Nel 2021, circa una tonnellata di fondi di caffè esausti è stata utilizzata per produrre circa 5.500 tazzine e i numeri di questo progetto dal grande impatto ambientale e sociale sono in continuo aggiornamento. “Lavoriamo per ridare dignità attraverso il lavoro a persone che non riescono a trovare altre soluzioni di inserimento”.

Tutorial

A tavola: se non puoi fare a meno del monouso scegli bioplastica, foglie di palma o crusca

La storia della Cooperativa Il Giardinone inizia circa 25 anni fa, a Cascina Flora, a Locate Triulzi, in provincia di Milano,  casolare un tempo completamente abbandonato e lasciato al degrado, che viene recuperato e ristrutturato. Diventa il quartier generale di una nuova realtà imprenditoriale, che ha come obiettivo la creazione di opportunità lavorative per soggetti emarginati ed esclusi dal mondo del lavoro. Oggi l’attività principale riguarda la progettazione e manutenzione del verde, pulizie civili, sanificazioni e servizi cimiteriali, nel territorio della Città Metropolitana di Milano, Pavia e Lodi. Da una manciata d’anni la Cooperativa s’è affacciata al mondo dell’economia circolare grazie alla determinazione della sua presidente, in tasca una laurea in Economia non a caso. “Oggi la Cooperativa conta una cinquantina di lavoratori, un fatturato di 2,2 milioni di euro, sul quale i progetti di economia circolare incidono per un 10%. Ma siamo solo all’inizio”.

Aziende green

Lo storico lanificio veneto che tinge la seta con i fondi di caffè

Nell’ultimo anno sono state vendute circa 6 mila confezioni di Fungo Box, oggi si è deciso di abbandonare la grande distribuzione per vendere il prodotto attraverso botteghe di commercio solidale e Amazon e di sfruttarlo per lo più come progetto di formazione, da portare anche nelle scuole. “Vogliamo concentrare le nostre competenze su Coffeefrom, un prodotto ad alto valore aggiunto: granuli sviluppati in maniera industriale che oggi vengono utilizzati nella realizzazione di queste tazzine, che vendiamo al pubblico online e attraverso specifiche botteghe, o sono state scelte da alcune aziende come Emergency come regali di Natale. Si tratta di un materiale estremamente versatile, che può avere una miriade di applicazioni ed essere utilizzato in tantissime categorie merceologiche, tableware, promozionale, food e packaging. I risultati sono molto interessanti e in fase di avviamento c’è anche un’altra linea di ricerca. Ma ritengo che l’aspetto più importante di quello che stiamo realizzando sia questo processo di contaminazione tra filiere e l’introduzione dei temi sociali e ambientali nelle loro prassi”.



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