Il caso del generale Vannacci fa litigare i colonnelli di FdI: Donzelli contro Crosetto

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“Non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del governo, né di un partito di minoranza”, aveva detto Giovanni Donzelli, coordinatore di FdI e fedelissimo di Meloni, parlando del ministro della Difesa Guido Crosetto, “reo” di aver duramente condannato  il generale Roberto Vannacci, autore del libro Il mondo al contrario, in cui palesa le sue tesi omofobe e attacca migranti e femministe. Il parà, dopo le polemiche scatenate dal suo testo in vendita online e dopo l’azione disciplinare avviata da Crosetto, è stato destituito e rimosso dalla carica di presidente dell’Istituto geografico militare.

Contro il ministro si è pero scatenato il fuoco amico di Fratelli d’Italia e oggi Donzelli in un’intervista al Corriere della Sera rincara la dose. “In un mondo libero si scrive ciò che si pensa. Se stabilissimo che compito della politica è decidere la bontà delle idee sarebbe la fine della democrazia”, dice l’esponente di FdI. Che poi però cerca di moderare i toni sostenendo che Crosetto “ha fatto benissimo” ad avviare l’azione disciplinare. “Rappresentando un ministero delicato – osserva Donzelli – ha attivato un meccanismo previsto dalle procedure dell’esercito. In modo che si potesse verificare se ciò che ha fatto corrisponde alle regole militari oppure no”. Frasi più concilianti, ma che non colmano le distanze tra i due.

Donzelli infatti ci tiene a precisare: “Vannacci come militare fino a questa vicenda ha reso un grande servizio alla Nazione”. Insomma, quella di Donzelli è una strenua difesa del parà e, a dispetto delle proteste di questi giorni dei partiti di opposizione (e non solo), il coordinatore di FdI alla minoranza domanda: “Ma cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Il gulag delle idee che non corrispondono alle tante correnti con cui litigano?”. E conclude scoccando una freccia in favore di Vannacci e dei contenuti deliranti del suo libro: “Non voler eliminare il favor familiae non è omofobia, è la Costituzione”.

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