Il cecchino a Mariupol con il maxi-fucile

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Un cecchino russo in azione durante i combattimenti a Mariupol. L’arma e l’uomo sono nascosti con una mimetizzazione elementare, stracci e teloni, per confondersi con le macerie dell’edificio. Accanto a se, il tiratore tiene “lo spartito”: un disegno dei palazzi che ha di fronte, con angolazioni e distanze delle finestre dove può affacciarsi il nemico. Prende la mira con calma e fa fuoco, scivolando subito indietro mentre gli avversari rispondono con raffiche sparate a caso. La sua arma è particolare: un “fucilone” di grande calibro, con una potenza devastante. Si tratta di congegni concepiti negli anni Trenta per affrontare i mezzi corazzati: all’epoca erano definiti “fuciloni contro-carro”. Vennero riscoperti dai cecchini durante la battaglia di Sarajevo, perché permettevano di colpire molto più lontano e perforavano anche i ripari. Quello impiegato nel filmato KSVK Cord in calibro 12,7 – lo stesso delle mitragliatrici pesanti – adottato dai russi dal 2013 e utilizzato nel conflitto in Siria. E’ letale a 1500-2000 metri; permettendo di forare pure piccoli muri e giubbotti antiproiettile. I tiratori scelti sono i protagonisti di questa fase della guerra in Ucraina e lo saranno sempre più con l’aumento dei combattimenti nelle città.

di Gianluca Di Feo

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