Il Csm si spacca in una seduta segreta e dà il via libera alla nomina di Forteleoni all’Anac

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Tensione, grida, ma tutto a porte chiuse. Succede al Csm, dove si verifica una doppia spaccatura per dare il via libera a Luca Forteleoni, pm in Sardegna, toga di Magistratura indipendente, da sempre amico di Cosimo Maria Ferri, scelto dal governo Conte, a settembre 2020, per far parte del board della nuova Anac. Lui, il presidente Giuseppe Busia in arrivo dalla Privacy, i consiglieri Laura Valli, Paolo Giacomazzo e Consuelo Del Balzo. Ma da palazzo dei Marescialli l’autorizzazione per Forteleoni tarda ad arrivare. Passano sei mesi. L’ok giunge adesso, ma con una misteriosa segretazione della seduta per ragioni “di privacy di terzi”, secondo l’oscura formula utilizzata nel comunicato ufficiale. Che sarà mai? Forse un’indagine? Imbarazzi e bocche cucite al Consiglio. Che sarà mai? Forse un’indagine? Imbarazzi e bocche cucite al Consiglio.

La decisione è sofferta, sia durante la seduta segreta, sia sul voto finale. Il plenum, sempre a porte chiuse, ne discute in due tappe. Ma il rinvio non serve per mettersi d’accordo. La divisione resta. Il Consiglio si spacca per ben due volte. La prima, sull’opportunità di vietare la pubblicità dei lavori. Un’evidente anomalia poiché quella di Forteleoni è una nomina per un ufficio pubblico, per giunta l’Autorità anticorruzione che, di per sé, necessita della massima trasparenza dei suoi uomini al vertice. Ma tant’è. Si vota e finisce con 15 voti a favore della segretazione e 7 contro.

Nuova spaccatura a stretto giro sull’autorizzazione. Che arriva con soli 10 voti per il sì, contro 9 per il no, e tre astenuti. Per il via libera sono i tre consiglieri di Magistratura indipendente ovviamente, la corrente di Forteleoni, i tre di Unicost, il laico di M5S Alberto Maria Benedetti, relatore della pratica, e il collega di gruppo Filippo Donati, il laico di Forza Italia Alessio Lanzi e quello della Lega Emanuele Basile. Sul fronte dei no ci sono i cinque consiglieri della sinistra di Area e i quattro di Autonomia e indipendenza, compreso Nino Di Matteo. Si astengono invece Fulvio Gigliotti laico di M5S, Michele Cerabona di Forza Italia e Stefano Cavanna della Lega. Nella terza commissione era finita allo stesso modo, contro il presidente di Area Giovanni Zaccaro, astenuto Cerabona, a favore gli altri.

Che dire a questo punto? Non resta che prendere atto di una scelta foriera soltanto di illazioni. Si sa per certo che motivo di dubbio sull’ok a Forteleoni era anche quello del suo recente fuori ruolo, visto che il pm sardo è stato consigliere del Csm dal 2014 al 2018, quindi sono passati solo tre anni. Poi c’è la misteriosa ragione che nessuno vuole rivelare – anche se lo stesso Forteleoni, se volesse, potrebbe farlo – che ha spinto 15 consiglieri a pretendere la seduta segreta.

A questo punto Forteleoni può andare all’Anac, dove, giusto ieri, è cambiato anche il segretario generale. Via Lorella Di Gioia, scelta dall’ex presidente Raffaele Cantone, nominato al suo posto Renato Catalano, che è stato presidente di Consip dal 2018 al 2019, su indicazione del Mef. Singolare che un controllato vada a questo punto a fare il controllore. Ma è evidente che, dai tempi di Cantone, non va più di moda una super Anac.

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Quanto a Forteleoni le cronache raccontano soprattutto l’incidente che, nell’estate del 2014, mise a rischio la poltrona di Cosimo Ferri, all’epoca sottosegretario del governo Renzi (ma lo era già stato in precedenza). Il buon Cosimo, da sempre super boss di Magistratura indipendente, e oggi deputato renziano dopo esserlo stato del Pd, pensò bene di inviare ai colleghi degli sms a favore di Forteleoni. Era il 6 luglio, e lui inoltrò questo sms: “Per le prossime elezioni del Consiglio superiore della magistratura mi permetto di chiederti di valutare gli amici Lorenzo Pontecorvo (giudice) e Luca Forteleoni (pm). Ti ringrazio per la squisita attenzione, Cosimo Ferri”. Un rappresentante del governo, o per giunta da via Arenula, segnalava chi si dovesse votare per il Csm. Scoppiò un putiferio, lui rischiò il posto, ma non se ne fece nulla. E Forteleoni risultò uno dei più votati. Adesso ecco, per un voto, il sofferto via libera per l’Anac. 

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