Il digitale premia Sesa: 15 acquisizioni nel 2020, corre anche il titolo

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I numeri roboanti, realizzati dal gruppo Sesa nell’anno del Covid, sono parecchi: 15 aziende acquisite tra gennaio 2020 e gennaio 2021, 800 dipendenti in più (oggi in totale 3.300) tra aprile 2020 e inizio 2021, +40,8% l’utile in nove mesi. Ma su tutti spicca un dato. Sesa, gruppo di Empoli, che opera nel settore dell’Ict (Information and Communication Technologies), è la regina del segmento Star di Borsa Italiana: tra il 19 marzo 2020 e il 19 marzo 2021, la quotazione della sua azione a Piazza Affari è aumentata di quasi il 250%, passando da 32,50 euro a 112,20 euro. Insomma, chi un anno fa aveva in portafoglio azioni Sesa per 10 mila euro, oggi vede quel valore moltiplicato a 35 mila euro. Vale per i piccoli risparmiatori, ma soprattutto per quel nocciolo duro di illuminate famiglie empolesi che meno di 50 anni fa hanno scommesso sull’astro nascente dell’informatica, hanno poi mantenuto il controllo del gruppo e ora si ritrovano a gestire la gallina dalle uova d’oro: si chiamano Castellacci (Paolo continua ad essere presidente), PelagottiMoriani, Rosi, Gaini. A loro e ai loro rampolli, in qualche caso insediati nei ruoli di vertice delle società della galassia, si sono aggiunti e subentrati come soci anche i top manager, a cominciare dall’ad Alessandro Fabbroni. 

Le fortune del gruppo Sesa, il cu ultimo fatturato ha sfiorato 1,8 miliardi, hanno dunque origini lontane, agli anni Settanta, quando Castellacci e gli altri fondatori avviarono un’attività pionieristica di servizi informatici di assistenza software e manutenzione hardware per le imprese dei distretti industriali della Toscana. Negli anni Ottanta Sesa estese l’operatività alla commercializzazione dei personal computer Ibm, ai quali negli anni Novanta aggiunse Cisco, Dell, EmcHpLenovo, Microsoft, Oracle, Samsung. Fu allora che l’azienda empolese fece il salto di qualità nell’area di business dedicata alla distribuzione a valore aggiunto (value added distribution o Vad) gestita dalla società Computer Gross, e infine, nel 2009 nell’area di business software e system integration con la società Var Group. Per spiegarsi: utilizzando le macchine dei grandi brand internazionali, che sono diventati non semplici fornitori ma veri partner, Sesa “cuce su misura” e realizza ogni tipo di rete e soluzione informatica per le grandi aziende. Tra i suoi clienti, tanti tra i più importanti brand italiani.  

Il gruppo empolese non si è mai fermato. Investimenti, acquisizioni di aziende, sempre al centro la valorizzazione del capitale umano: a gennaio ha annunciato l’avvio del percorso della certificazione B Corp, che permetterà di valutare e misurare l’impatto del gruppo in materia di sostenibilità con l’obiettivo di rispettare i migliori standard internazionali di governance, ambientali e di responsabilità sociale (verso tutti gli stakeholders e non solo i dipendenti). Certo, dall’anno di Covid, che ha accelerato la transizione digitale e massificato lo smart workingSesa ha ricevuto una bella spinta. Il gruppo, che sviluppa l’esercizio da aprile ad aprile di ogni anno, ha chiuso i primi 9 mesi del 2020/21 con un balzo del +40,8% dell’utile a 43,5 milioni, ricavi su del +14,1% a 1,5 miliardi. L’obiettivo di scavalcare i due miliardi di fatturato è vicino.

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