Il direttore dell’Fbi contro TikTok: “Preoccupazione per la sicurezza nazionale”

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“Per quanto riguarda la diffusione di TikTok, siamo preoccupati per la sicurezza nazionale del Paese”, così il direttore dell’FBI, Chris Wray, ha parlato alla scuola di Public Policy dell’Università del Michigan Gerald R. Ford. L’applicazione cinese, che nel 2021 ha superato i social network di Meta per numero di download mensili, sarebbe “nelle mani di un governo che non condivide i nostri valori”, ha riferito il numero uno dell’agenzia federale statunitense. Secondo l’intelligence di Washington il governo cinese sarebbe in grado di manipolare l’algoritmo dell’app rendendo il portale di intrattenimento una fonte di dati utili al Partito di Pechino ma non solo. I servizi statunitensi pensano che attraverso video ad hoc il pubblico americano possa essere influenzato nelle proprie scelte. Il mese scorso Chris Wray aveva riportato le proprie preoccupazioni anche al Congresso.

Il precedente di Trump

Già nel 2020 l’amministrazione del Presidente Trump aveva parlato di un possibile divieto per ByteDance, la società con sede a Pechino che gestisce il social network. L’ex presidente aveva poi spinto l’azienda a vendere la piattaforma a compagnie americane, ma senza successo. Sempre in quell’anno anche il governo indiano aveva reso illegare TikTok perché considerato “troppo pericoloso”. In queste ore però il portavoce di TikTok, Brooke Oberwtter, ha rilasciato una dichiarazione nella quale si legge che “i vertici della società stanno lavorando con i funzionari del governo statunitense per soddisfare tutte le ragionevoli preoccupazioni dell’amministrazione Biden” e ha concluso dicendosi “fiducioso su un futuro accordo”. Nella nota, il rappresentante del social ha voluto ribadire che l’azienda cinese è privata e che il governo non ha nessun accesso alla banca dati.

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TikTok ha raggiunto in pochi anni numeri da capogiro. Ne 2017 contava 65 milioni di iscritti mentre nel 2021, anno del boom, ha superato il miliardo di download.

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