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Il fascino discreto dell’eleganza milanese che il mondo ci invidia

Il fascino discreto dell’eleganza, in versione milanese, fatta di lusso assoluto, sempre sussurrato e super chic. È questa l’essenza di Giada, il marchio che possiede uno dei piu bei palazzi di via Montenapoleone, al numero 15. Dalle vetrine su strada fino al terzo piano, con salotti e camerini, calati in una atmosfera zen tra le più sofisticate, con cascata d’acqua e totem in pietra chiara, Giada racconta la sua storia fatta di milanesità all’ennesima potenza, sostenuta dalla forza strategica della holding cinese RedStone.

Giada nasce nel 2001 grazie a Rosanna Daolio, una esperta di moda con una brillante carriera nel mondo della produzione del “made in Italy” di alto livello. Voleva dar vita a un brand che fosse espressione dello stile delle donne milanesi, con quel senso dello chic che solo loro sanno avere. È riuscita nel suo intento e dal 2015, al suo fianco c’è Gabriele Colangelo, la mente creativa.

Lo stilista di Giada Gabriele Colangelo 

La moda di Giada è fatta per donne dall’aspetto gentile e delicato, apparentemente fragili ma con un carattere forte” sintetizza il giovane direttore artistico del marchio, che da ragazzo sognava di fare il professore di greco e latino. E, non a caso, si è laureato in Lettere antiche prima di scoprire che il suo amore per il disegno l’avrebbe portato altrove. E così è approdato nel mondo della moda, dove ha sempre avuto il coraggio di cantare fuori dal coro, di seguire il suo amore per l’arte e il piacere di disegnare abiti dove la pulizia, il minimalismo e la cura per il dettaglio sono i grandi protagonisti.

Una poetica che ha reso il suo nome uno dei piu noti noti a livello internazionale tra quelli della sua generazione, con uno stile riconoscibile, fatto di abiti minimal, ma con una immagine potente, intrisa di richiami all’arte, con un sapiente uso dei tessuti. “Abiti che non seguono mai le mode e per questo sono sempre alla moda” racconta mostrando i capolavori di due nuove collezioni, la Limited e la Timeless, che consacrano i capi iconici che lui ha creato per Giada. Sono i cappotti “di grande bellezza, che una donna non si stanca mai di indossare, che entrano a far parte della sua storia”. E come tutti i pezzi di gran lusso “non sono solo un investimento economico ma anche emotivo”.

Moda

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In omaggio alla milanesità la collezione Giada Limited è stata fotografata a Palazzo Brera, sede della Pinacoteca e della biblioteca Braidense, dove, tra l’altro, il brand ha sempre sfilato e dove tornerà in passerella a settembre. Questi cappotti, dieci in tutto, sono realizzati con lo yangir, il più lussuoso e pregiato tra i cashmere, che utilizza la fibra ricavata da capre che vivono a sei mila metri di altezza in Mongolia e sull’Himalaya. “Sono cappotti double, leggeri e caldissimi, dalla morbidezza sublime, con un tenue splendore – spiega Colangelo – ogni cappotto è un’opera d’arte unica, arricchita da speciali dettagli, come stampe jacquard e frange”.

Da Brera, il viaggio nella Milano colta ed elegante amata da Giada, fa tappa all’interno di un edificio del centro, dove l’attenzione si focalizza su una scala elicoidale, simbolo dell’infinito e dell’atemporalità. Uno sfondo perfetto per fotografare la collezione Giada Timeless con 15 capi dalla silhouette classica ed essenziale, dove il bianco e il nero lasciano poi spazio a molteplici sfumature di grigio. “Giada è un concentrato di purezza, di artigianalità, di materiali preziosi “made in Italy” – conclude Colangelo – un inno al soft power delle donne che conquistano il mondo con garbo e stile”. Tutte raffinatezze che Colangengelo ha assaporato fin da bambino nell’atelier di pellicce del padre che ha sempre lavorato per le grandi firme.



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