Il Financial Times elogia Draghi: “Ha soccorso i partiti lacerati da litigi e lotte intestine”

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Sei giorni di scontri. Sei giorni di divisioni. Non sono passate inosservate ai giornali stranieri le battaglie dell’ultima settimana tra centrodestra e centrosinistra, ma anche all’interno delle singole coalizioni e della maggioranza. Una palude politica nei giorni delle votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica in cui, sostiene il Financial Times, il premier Mario Draghi ha avuto un ruolo centrale e dirimente. Il presidente del Consiglio, sostiene il quotidiano britannico, è andato “di nuovo in soccorso” ai partiti.  Questo perché, si legge nell’articolo, “i partiti politici del Paese sono stati lacerati da litigi e lotte intestine durante i sei giorni di voto”, dimostrando così di essere “incapaci di unirsi per qualcosa di diverso dallo status quo – timorosi come erano della prospettiva di elezioni anticipate”.

Né veti né rimpasti dopo l’elezione di Mattarella: così Draghi vuole disinnescare la mina Salvini

In questo scenario, sostiene Ft, “i partiti sembrano indeboliti e le battaglie interne stanno peggiorando”. Ciò “potrebbe renderli meno disposti e capaci di opporsi seriamente al programma di Draghi”. L’unico obiettivo dei diversi schieramenti è “mantenere in vita l’attuale governo ed evitare le elezioni prima della scadenza nella prima metà del 2023”. Il che permetterebbe al premier Draghi e al suo esecutivo di “rimanere in linea con i suoi impegni di riduzione del deficit e gli impegni di riforma nell’ambito del piano di ripresa e resilienza di Roma da 191 miliardi di euro”.

Il premier libero sulla modernizzazione

La rielezione di Mattarella – scrive oggi Ft – “ha deliziato gli italiani, in particolare la comunità imprenditoriale, così come i politici e i politici di tutta Europa. La proroga del Presidente italiano evita l’instabilità – titola il quotidiano -. L’esito con Mattarella lascia Draghi libero di spingere sulla modernizzazione richiesto dal piano finanziato dall’Ue”. La conferma di Mattarella “consentirà inoltre a Draghi di partecipare a conversazioni decisive a livello europeo sulle riforme dell’Ue, comprese le modifiche al Patto di Stabilità e crescita del mercato unico”.

“La potenziale ascesa di Draghi alla presidenza aveva sollevato preoccupazione nella comunità imprenditoriale italiana, nelle capitali europee e nei mercati, con la preoccupazione che un successore meno formidabile come primo ministro avrebbe lottato per spingere le riforme attraverso una coalizione turbolenta – segnala ancora Ft – Gli stessi legislatori italiani temevano di essere spinti alle elezioni anticipate se non fossero riusciti a trovare un sostituto come premier. Ma mentre la rielezione di Mattarella ha impedito l’immediata implosione del governo, gli analisti avvertono che Draghi dovrà affrontare delle sfide cercando di attuare il prossimo ciclo di riforme”.
Il quotidiano segnala le “tensioni nel governo” emerse con la prova dell’elezione del Presidente, come pure le “crepe nei partiti”, anche se questo “potrebbe rafforzare Draghi”  e “la sua capacità di spingere attraverso accordi di compromesso”. La sua ultima arma “sarebbe una minaccia di dimettersi e staccare la spina al governo di unità nazionale, innescando elezioni anticipate, se i partiti si rifiutassero di cooperare”. Comunque “la mano di Draghi si indebolirà quando le elezioni generali, ora previste per il prossimo anno, si avvicineranno e i partiti entreranno in modalità campagna a tempo pieno, rendendo i prossimi mesi critici”.

La riforma fiscale

L’esito del voto “è stato accolto con favore in particolare dalla Francia, che ha lavorato a stretto contatto con Roma sulle proposte di revisione”, si legge nell’articolo, dove si osserva che il presidente del Consiglio italiano e il presidente francese avranno difficoltà a convertire il nord fiscalmente conservatore a tutte le loro idee di riforma, anche dopo il cambio di governo in Germania che ha visto uscire di scena la Cdu e l’arrivo di una coalizione più favorevole alle riforme nei Paesi Bassi. “Ma le proposte – tra cui l’idea di concedere un trattamento di favore agli investimenti in progetti green e digitali – avranno più peso altrove se godranno del sostegno attivo di Draghi, ex presidente della Banca centrale europea”.

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