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Il Gran Paradiso è rimasto senza ghiaccio. In trent’anni il paesaggio è stravolto

Il parco del Gran Paradiso ha perso 58 chilometri quadrati di ghiacciai negli ultimi 200 anni. Il dato, frutto di uno studio dell’Università di Torino e della Fondazione Montagna Sicura, è stato presentato ieri durante l’ultima tappa conclusiva della carovana dei Ghiacciai di Legambiente. «Il ghiacciaio del Gran Paradiso è l’area delle Alpi che ha subito un maggiore arretramento dei ghiacci, ha perso circa il 65 per cento della sua superficie in 120 anni», spiega Marco Giardino, segretario del Comitato glaciologico Italiano.

L’attenzione degli esperti della Carovana si è concentrata sul ghiacciaio della Capra, sul versante Piemontese, e i ghiacciai della Valnontey in Valle d’Aosta, Tribolazione, Grand Croux e Money. Nel 2018 il collasso di una grotta glaciale ha fatto arretrare il ghiacciaio della Capra di 110 metri in pochissimo tempo. «Questo ha aggravato il dato complessivo provocando una forte accelerata alla curva di arretramento che negli ultimi anni poi si è assestata», precisa l’esperto che ha fatto il punto della situazione insieme a Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente.

La fronte del ghiacciaio Tribolazione si è ritirata di 1830 metri e innalzata di 870 metri, i valori del Money, poco distante, sono simili: il ghiaccio è salito di 650 metri e si è ritirato di 1500 metri. «Il Grand Croux — dicono gli esperti — è il ghiacciaio più soggetto ai fenomeni innescati dal cambiamento climatico: la frammentazione del corpo glaciale originario in parti più connesse tra loro e la formazione di laghi glaciali che possono rappresentare un rischio idrogeologico». I ghiacciai del Gran Paradiso soffrono più di altri: in media le alpi hanno perso il 60 per cento della superficie ghiacciata, qui ne è scomparsa il 65 per cento. «I ghiacciai si frammentano e diventano quasi ridicoli, sempre più fragili perché piccole quantità di ghiaccio riscaldate dalle rocce che assorbono i raggi del sole sono destinati a sciogliersi in fretta — spiega Vanda Bonardo — I danni sono sotto gli occhi di tutti, basta vedere quello che è successo al rifugio Quintino Sella, sul Monviso, rimasto senz’acqua».

L’ultima tappa della carovana di Legambiente è stata l’occasione per inaugurare nel Parco del Gran Paradiso, il giardino dei ghiacciai, nato con la collaborazione del comitato glaciologico e di Frosta. È un percorso segnato recuperando le iscrizioni le iscrizioni storiche incise negli ultimi 150 anni ai bordi dei ghiacciai del Gran Paradiso, lungo la Valnontey, per segnarne il limite e analizzarne il ritiro, che nel tempo erano parzialmente scomparse.



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