Il Marocco chiude la frontiera di Ceuta. Madrid: “Rimpatriati migliaia di migranti”

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Nella serata di ieri il governo marocchino ha chiuso nuovamente i valichi di confine con la Spagna dopo l’arrivo a Ceuta, città autonoma spagnola nel Nord Africa, di circa 8 mila immigrati irregolari nelle 48 ore precedenti. Il primo ministro Pedro Sánchez stamattina ha riferito al Congresso che sono già state rimpatriate 4.800 persone

L’arrivo in massa di migranti Ceuta, per immagini

Un agente della Guardia civile che salva un bambino caduto in mare al confine tra Ceuta e Marocco, una soccorritrice che abbraccia un migrante, un uomo solo in piedi su uno scoglio, l’esercito schierato sulla spiagga. Ecco per immagini il racconto degli sbarchi di massa a Ceuta di migranti provenienti dal Marocco. Tra i nuovi arrivati si stima che ci siano circa 1.500 minori.

Le condizioni sanitarie

Le autorità sanitarie di Ceuta hanno messo in guardia sui “rischi per la salute” che possono verificarsi in città a causa dell ‘”ingresso incontrollato” di migliaia di persone. Scrive El País. In un comunicato viene espressa la preoccupazione per la salute della popolazione delle due città autonome: “Potrebbe essere il fattore scatenante” per un nuovo focolaio di infezioni da Covid nelle prossime settimane.

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Il respingimento

Il governo di Madrid ha annunciato di aver già respinto più di 4 mila delle persone giunte illegalmente in Spagna e ha schierato l’esercito per rafforzare il sistema di controllo dei valichi. Sánchez ha affermato che il suo governo sarà “fermo” nella difesa del territorio nazionale e nelle attività volte a ristabilire l’ordine alla frontiera con il Marocco. Secondo un primo bilancio delle Forze di polizia sarebbero giunti a Ceuta e Melilla circa 1.500 minorenni che non possono essere espulsi immediatamente. Il governo marocchino ieri ha convocato per consultazioni la sua ambasciatrice a Madrid, Karima Benyaich, poco dopo essere stata convocata nella sede del ministero degli Esteri in Spagna.

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“Qui non c’è niente”: il rientro volontario di decine di migranti

Dopo aver rischiato la vita per raggiungere le coste a nuoto, stanno tornando a casa per loro stessa volontà. Le forze di sicurezza spagnola hanno controllato il ritorno volontario di decine di persone in Marocco. “Siamo venuti perché era aperto, per cercare la vita. Ma qui non c’è niente”, dice Shala, 18 anni, al País.

L’Unione europea

“L’Europa non si farà intimidire da nessuno, non sarà vittima di strategie”, ha detto la vice presidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, intervistata dalla radio spagnola Rtve. In merito alla relazione tra l’Ue e il Marocco, Schinas ha affermato che si basa “sulla franchezza e la fiducia in tutti gli ambiti compresa l’immigrazione che sarà ‘chiave’ nel futuro di questa relazione”. La vice presidente ha poi assicurato alla ministra degli Esteri spagnola, Arancha Gonzalez Laya, e al ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, che la Commissione europea “farà tutto quello di cui la Spagna avrà bisogno per aiutarla nella gestione della frontiera a Ceuta e Melilla. Abbiamo mezzi a disposizione di tutti gli Stati membri”.

La crisi

A partire dalla notte tra sabato e domenica le guardie di frontiera di Rabat hanno smesso di pattugliare. E così sempre più persone sono riuscite a superare le barriere che dividono le spiagge di Ceuta da quelle marocchine. Lo hanno fatto in tutti i modi possibili: a nuoto, in canotto o arrampicandosi sulle scogliere che segnano il confine tra i due Paesi. “In Marocco non c’è lavoro”, hanno detto molti di loro ai media locali. Un giovane è morto prima di riuscire ad arrivare in territorio spagnolo.

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Il via libera al confine delle autorità marocchine non ha colto tutti di sorpresa in Spagna: c’è chi sospetta che si tratti di una ritorsione di Rabat per la decisione di Madrid di consentire il ricovero in un ospedale iberico di Brahim Ghali, leader del Fronte Polisario, il movimento per l’indipendenza del Sahara Occidentale considerato nemico dal Marocco.

La difesa di Madrid

La ministra degli Esteri Laya in riferimento all’accoglienza di Brahim Gali, ha detto: “Non l’abbiamo mai visto come un attacco”. Tuttavia, il ministro marocchino per i diritti umani, Mustafá Ramid, ha dichiarato che la Spagna “sapeva che il prezzo per sottovalutare il Marocco sarebbe stato alto”.

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