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Il mercato dell’auto aspetta ancora la ripartenza: maggio è ancora sotto il 2019 del 27,9%

MILANO – Ignazio Visco, il governatore della Banca d’Italia, ha assicurato ieri che la ripresa economica è finalmente partita. Il mercato dell’auto, però, dovrà aspettare ancora un po’: nel mese di maggio in Italia state immatricolate 142.730 autovetture. Il confronto con lo stesso mese del 2020, quando il contatore si era fermato a 99.842 unità, è solo parzialmente rassicurante, perché l’anno scorso i concessionari avevano da poco riaperto le porte dopo il lockdown totale di primavera. Se si guarda infatti il maggio del 2019, l’ultimo anno “buono” prima della pandemia, il dato di questo maggio 2021 è comunque in forte arretramento, il 27,9 per cento in meno.

“Il calo sarebbe stato ancora più grave se nei primi mesi di questo 2021 non fossero stati in vigore incentivi anche per l’acquisto di auto ad alimentazione tradizionale con emissioni di CO2 contenute. Lo stanziamento per questi incentivi si è tuttavia esaurito l’8 aprile. Per qualche settimana il mercato sarà ancora sostenuto dagli incentivi prenotati fino all’8 aprile. Si prevede però che, a partire da metà giugno, la situazione del mercato dell’auto peggiorerà decisamente con conseguenze rilevanti sia perché, con il venir meno degli incentivi, l’ulteriore rinvio della sostituzione di auto già da tempo a fine corsa avrà pesanti effetti sull’ambiente e sulla sicurezza della circolazione, sia perché un ulteriore calo delle vendite inciderà significativamente sulla ripresa dell’economia dato il forte peso del settore auto e del suo indotto sul Pil”, dice Gian Primo Quagliano, direttore del centro studi Promotor.

“Il dato di maggio è in forte peggioramento rispetto ai precedenti mesi di marzo e aprile”, osservano in una nota Anfia, Unrae e Federauto, le associazioni che rappresentano le industrie nazionali dell’automotive, le case automobilistiche straniere e i concessionari, rilevando come la velocità di discesa di maggio rispetto allo stesso mese del 2019 (meno 27,9 per cento) sia largamente superiore sia a quella di marzo (meno 12,7 per cento) sia a quella di aprile (meno 17,1 per cento). Se si confrontano i primi cinque mesi dell’anno, l’arretramento rispetto al 2019 è del 19,3 per cento: in pratica si è persa una vettura ogni cinque vendute. Le tre associazioni sottolineano come “il dato di maggio sia la prova numerica della brevissima durata degli incentivi per la fascia 61-135 grammi al chilometro di CO2, esauriti troppo presto per innescare un effetto volano sul nostro mercato”. Proprio oggi Anfia, Unrae e Federauto sono state ascoltate in audizione presso la Commissione Bilancio della Camera e hanno espresso “l’auspicio che nell’iter di conversione del decreto legge Sostegni-bis trovino spazio adeguate misure volte a sostenere il settore, favorendo il rinnovo di un parco circolante molto anziano”.

Il governo Draghi ha infatti lasciato al Parlamento la decisione se introdurre un emendamento per rifinanziare gli incentivi. “I fondi disponibili per gli emendamenti sono però di soli 800 milioni e le esigenze da soddisfare con gli emendamenti sono le più svariate”, dice Quagliano, affermando che il governo dovrebbe “reperire fondi adeguati per rifinanziare nel più breve termine possibile gli incentivi alle auto con emissioni di CO2 contenute tra 61 e 135 grammi al chilometro. Tra l’altro, come è facile dimostrare, lo stanziamento di 400 milioni di cui si era parlato sarebbe più che interamente recuperato con il gettito Iva delle auto vendute in più grazie agli incentivi, e a ciò si aggiunge la certezza che senza incentivi il mercato dell’auto nei prossimi mesi potrebbe collassare con tutto quello che ne deriverebbe anche in termini di crescita del Pil”.

“Un ulteriore problema che contribuisce ad aggravare le condizioni del settore”, aggiungono Anfia, Unrae e Federauto, riguarda la crisi della fornitura dei semiconduttori, che sta generando un ritardo nella consegna delle vetture nuove. A tal riguardo, pertanto, le associazioni del settore automotive richiedono che il limite attualmente previsto entro il quale concludere una prenotazione con Ecobonus passi da 180 a 300 giorni, così da non vanificare l’efficacia della misura”.

Per quel che riguarda i diversi produttori, nei primi cinque mesi dell’anno hanno fatto meglio rispetto al mercato (più 62 per cento da gennaio-maggio 2020), il colosso giapponese Toyota-Lexus (+104 per cento), Audi (più 83 per cento), Hyundai (+82 per cento), Mini (+80) Jeep (+74), Bmw (+72), Mercedes (+71) e Peugeot (+67). In linea con il mercato Fiat (+63 per cento), Citroën-Ds (+61), Ford (+59), hanno invece recuperato in modo contenuto Renault (+29 per cento) e Volkswagen (+47 per cento). Male invece Alfa Romeo (meno 3 per cento).



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