“Il mio amico Messina Denaro e le sue camicie da 700 euro”

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Una vita da finto povero non gli si addiceva di certo e nemmeno quella da braccato. Se è vero, come dicono i testimoni che lo hanno conosciuto negli ultimi due anni, che Matteo Messina Denaro dava sfoggio di un abbigliamento curato e di alta sartoria. Il Franck Muller da 35 mila euro al suo polso ne è la conferma.

Uno dei testimoni è un addetto all’accoglienza dei pazienti oncologici della cinica “La Maddalena”, vuole rimanere anonimo ma in un anno di incontri con il finto Andrea Bonafede ha conosciuto molto del padrino. Lo chiameremo Roberto.

Cosa l’ha colpita di quel paziente?

“Di certo il suo abbigliamento. Era sempre ben curato. Al collo portava una sciarpa Yves Saint Laurent. Abbiamo iniziato a parlare e, diciamo, siamo entrati in confidenza”.

Cosa le raccontava?

“Ricordo un giorno che venne in clinica con una camicia molto originale. Sul cotone erano dipinte delle angurie. Glielo dissi e lui rispose che valeva 700 euro. Rimasi stordito. Allora lui mi confidò che gli piacevano le cose belle e che poteva permettersele. Parlavamo di moda, era un suo pallino”.

Gli chiese che professione svolgeva per permettersi quel tenore di vita?

“Certo. Lui mi rispose che era un pensionato ma che se la passava bene. Io ho pensato che chissà chi era, ma certo non ho mai sospettato che mi trovavo davanti al latitante più ricercato d’Italia, Mi aggiunse che uno dei suoi negozi preferiti era “Giglio In” in viale Libertà. Era lì, mi disse, che lui andava per comprare i suoi abiti. Io non posso certo permettermelo”.

Cos’altro vi siete raccontati?

“Lui a un certo punto, siamo nel 2021, mi iniziò a dire che era stanco, che non ce la faceva più a vivere così. Si era aggravato. Rileggo quelle frasi, adesso, sotto un’altra luce. Forse si riferiva alla sua vita in fuga? Chissà”.

Adesso che sa di avere dialogato per un anno e mezzo con l’ultimo padrino di Cosa nostra?

“Non nego che sono scosso perché penso a tutti i crimini che ha commesso. Mai avrei associato quel viso al superlatitante anche se adesso guardando bene le foto, sì è lui. Ma io lo vedevo sempre in mascherina. Era difficile che se la togliesse. E se ripenso che quasi l’ammiravo per quell’abbigliamento griffato, mi sento in imbarazzo”.

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