Non piove da più di sei settimane e la lunga assenza di precipitazioni inizia a farsi sentire anche sul livello dei fiumi piemontesi. Il Po a Torino appare in secca e ha una portata all’incirca dimezzata rispetto al normale, ma l’anomalia è maggiore sul tratto urbano della Dora Riparia e della Stura di Lanzo. Soffrono anche i fiumi alpini (il Pellice a Villafranca Piemonte in questi giorni ha una portata media di circa un quarto rispetto alla media di gennaio) e i corsi d’acqua minori. E’ una situazione che rispecchia il lungo periodo asciutto, simile a quella rilevata in inverni passati (2002/2007/2008 e 2016).
Scene dal Po, il grande fiume ridotto quasi a un rigagnolo
Lunghe fasi di alta pressione non sono infatti del tutto insolite nel nostro clima nei mesi invernali e la scarsità di precipitazioni viene di solito poi compensata dalle normali piogge primaverili. Per questo la siccità e la magra dei fiumi nel cuore dell’inverno, in cui è anche minore il bisogno d’acqua per fini agricoli, è meno preoccupante rispetto al resto dell’anno. Rimane invece elevata la criticità per il rischio incendi e per lo scarso innevamento sulle Alpi.
Sei settimane senza una goccia di pioggia su Torino, il rischio siccità dietro l’angolo
E almeno fino alla fine del mese non si prevedono precipitazioni. L’anticiclone delle Azzorre tiene lontane dal Piemonte le perturbazioni che dovrebbero portare pioggia e neve. Unico particolare che ci ricorda ancora l’inverno: le basse temperature mattutine.
Go to Source