Il premier accolto dagli applausi della gente: “Grazie presidente”

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È un’onda montante. Comincia dalle ultime file, si propaga, poi esplode in ovazione che resiste a lungo e copre anche sigla e “titoli di testa” dell’incontro. Mario Draghi arriva con soli cinque minuti di ritardo nell’Auditorium della Fiera di Rimini, ospite d’eccellenza della 43esima edizione del Meeting di Cl , e dalle ultime fila cominciano gli applausi che lo accompagneranno , anche prima e dopo l’introduzione al suo discorso, per quasi sei minuti di conversazione. Difatti le prime parole fuori verbale del premier saranno: “Due brevi considerazioni prima di passare alla parte più formale di questa nostra conversazione oggi. Grazie, grazie per il calore di questo applauso. Grazie per la vostra accoglienza. Mi chiedo se vado oltre la commozione. Questo entusiasmo vostro mi colpisce molto in profondo. Quanto dico si applica a tutti i giovani come voi, parlerò soprattutto ai giovani in questo momento. Voi vivete la politica come ideali da condividere, impegno sociale per la loro affermazione, e soprattutto la testimonianza di una vita coerente con questi ideali. Voi insieme riflettete, combattete, sperate, costruite. Ecco perché questo vostro entusiasmo oggi e questa accoglienza mi colpiscono molto: voi siete la speranza della politica”. Poi i ringraziamenti al presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz e a tutti i vertici istituzionali . E il suo ragionamento “Sul paese che siamo e su quello che vogliamo diventare”, e le preoccupazioni per il “quadro geopolitico, col ritorno della guerra nel nostro continente”, le conseguenze “sull’inflazione”, e che “pesano sulle famiglie”. Qui tutto era cominciato per Draghi, nel suo rapporto diretto con la politica e le istituzioni del Paese. Era l’agosto del 2020 Qui, ricorda lo stesso Draghi oggi: “Feci la distinzione tra debito buono e debito cattivo” e affrontò il tema di come risollevare un Paese sotto la sferza della pandemia. E quella stessa visione anticipata a Rimini poi “ispirò – riconosce il premier dimissionario – il programma di governo, quando fui incaricato dal presidente Mattarella”. Tutto il resto è noto. Il discorso di Draghi comincia ed è punteggiato da altri applausi. Come quando dice: “Abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese”. Resta un dubbio: la standing ovation tributata al presidente del Consiglio – senza precedenti con nessun’altra accoglienza per politici e istituzioni – arriva dallo stesso auditorium che ieri ha gridato ‘Giorgia Giorgia’ o ha applaudito a lungo gli altri vertici del centrodestra. Cioè chi era all’opposizione o chi lo ha fatto cadere.

di Conchita Sannino

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