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Il sindaco e il post ai suoi cittadini: “Mia figlia è malata, sostenetemi”

Quando si dice trasparenza messa in pratica (e non solo teorizzata), comunicazione (vera) con i cittadini, politica centrata sulle relazioni umane e non sugli slogan e le frasi fatte. In quest’epoca di distacco e sfiducia nei confronti delle istituzioni e di chi le rappresenta, Francesco Puggelli, giovane sindaco di Poggio a Caiano e presidente della provincia di Prato, sembra un amministratore parecchio sui generis, uno di quelli che piacerebbero a ogni genere di cittadino, di ogni partito, da nord a sud della penisola, e che davvero ascoltano e condividono. Gioie e dolori, è proprio il caso di dire, visto la straordinaria ondata di solidarietà che ha suscitato fra i suoi concittadini (e non solo) raccontando su Facebook, con parole semplici e dirette, venate di dolore ma anche di speranza, il dramma della sua piccola Sara, bimba di 15 mesi a cui è stata da poco diagnosticata una brutta e rara malattia. E che proprio domenica, giorno di Pasqua, è stata battezzata nella chiesa di Bonistallo. Buttate giù non certo per cercare comprensione a buon mercato, merce sempre “avariata” in momenti del genere: “Care amiche, cari amici”, ha esordito Puggelli nel suo post, che ha ottenuto in pochissimo tempo migliaia di like, ” da quando faccio il sindaco ho sempre cercato di tenere la vita privata separata da quella “pubblica”, allo stesso tempo, però, ho sempre cercato anche di fare il sindaco nel modo più trasparente possibile. Per questo insieme a Francesca (la moglie, ndr) abbiamo deciso di mettervi al corrente del momento che stiamo vivendo, e della battaglia che stiamo cercando di vincere ” . Ma non, appunto, sottolinea il sindaco babbo di Sara (nonché medico del Meyer), “per cercare compassione ” , bensì ” per la sincerità e trasparenza che ritengo abbia sempre contraddistinto il mio rapporto con la cittadinanza. E per chiedere il vostro sostegno in questa nuova sfida”.

Un gesto che non può nascere da nulla, ma presuppone la capacità di mettersi nei panni degli ammini-strati, di farsi uno di loro, fondamento di ogni comunità degna di questo nome, e anche della politica, nella sua accezione più nobile: “Tante volte mi avete accolto nelle vostre case, quando ancora si poteva ” , ricorda il sindaco, “raccontandomi le vostre vite e confidandomi anche i segreti più intimi”, adesso, spiega, è lui ad aprire la sua porta, per far entrare gli altri nel suo intimo ferito, e chiedere solidarietà come a una famiglia. E comprensione: “Finché la nostra Sara non sarà guarita” , scrive Puggelli, “io e Francesca vogliamo dedicarci con tutta la nostra energia, amore e dedizione a lei e alla sua guarigione. Per questo vi chiedo scusa fin da subito se potrà capitare che non mi troverete ” sul pezzo” come sono sempre stato fino ad oggi. Farò di tutto per continuare a portare avanti con impegno anche il mio compito di sindaco e di presidente della Provincia”. Una disponibilità, frutto raro di profondo rispetto per il proprio ruolo istituzionale, in cui Puggelli coinvolge anche “una grande squadra composta dai miei fidati e capaci assessori e funzionari” . Quindi l’appello ai “suoi” cittadini: “In quanto a voi, per favore, non smettete di scrivermi, non vi riguardate…”.
 



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