Il treno d’agosto si è fermato a Eboli: in Basilicata la ferrovia non arriva più

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POTENZA — Un’intera regione in black out ferroviario ad agosto. La Basilicata che in tempi non lontani si celebrava come la Svizzera del Sud, baciata dal petrolio e dalle sue royalties, ora ritrova lo spettro di quell’antico isolamento, a lei così familiare per sovrapposizione di stereotipi, che la riporta a Carlo Levi, quando la modernità non riusciva a oltrepassare le Colonne di Eboli.

Niente treni: per la prima volta, chiunque vorrà arrivare in Basilicata o allontanarsene, dovrà fare affidamento sui pullman sostitutivi, il che significa spesso inerpicarsi su strade poco sicure, congestionate e avvitate in tornanti di montagna. La denuncia arriva da un sindacalista della Cgil, Luigi Di Tella: «Fra una settimana toccheremo il punto più buio da oltre cento anni: per un mese chiusura di tutte e tre le linee».

Due linee, quelle che collegano Potenza a Foggia e a Napoli, sono bloccate per lavori in corso. La terza, per Taranto, è ostruita da una frana. E così, nel pieno della stagione estiva, turisti ed emigranti di ritorno potranno muoversi tra le vallate e i monti di questo silenzioso e sterminato miracolo geologico solo in corriera, con le auto a noleggio o quelle dei parenti e amici sempre ospitali.

La terra dei Calanchi e delle spiagge bianche ioniche, del Cristo di Maratea e dei Sassi di Matera, guarda al 2026, il termine entro il quale dovrebbero terminare gli interventi Pnrr per completare le prime opere necessarie a ridurre lo storico divario infrastrutturale che la isola dal resto d’Italia. Ma viene risucchiata nel 1902, l’anno in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli compì, ormai anziano — morirà pochi mesi dopo — uno storico, faticoso viaggio in treno lungo tutte le stazioni di uno degli angoli più poveri del Regno.

Le ferrovie Appulo Lucane

Da allora, la promessa dello statista bresciano di portare la ferrovia a Matera non si è ancora avverata: nel capoluogo ci arrivano solo le Ferrovie appulo-lucane, private e a scartamento ridotto, che consentono di raggiungere Bari e la Puglia. Il collegamento con Ferrandina e la velocizzazione della Battipaglia-Taranto, che dovrebbero colmare questa annosa lacuna, si materializzeranno appunto con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), al netto dei possibili, temuti, cambi di programma governativi. Nel frattempo, la distanza con il resto della nazione si allarga sempre di più.

In una regione che ha ormai pochi abitanti in meno di Genova (562 mila) spalmati in una superficie quaranta volte superiore, il turismo può essere una svolta per l’economia. Ma non se ne tiene conto. «Altrove i lavori di ammodernamento vengono realizzati con la rete in esercizio. Qui, invece, si provvede proprio nel pieno del boom turistico», protesta Di Tella, che taccia la Regione di mancanza di programmazione e scarsa incisività nei confronti di Fs.

E Davide Mecca, portavoce del comitato italiano utenti ferroviari della Basilicata, vede compromesso «il sistema economico, commerciale e turistico del territorio lucano», che vanta perle come il Vulture, le Dolomiti lucane e località balneari come Metaponto, Policoro e Marina di Pisticci. «La Regione Basilicata e Rfi avrebbero dovuto prendere in considerazione di posticipare i lavori nel periodo autunnale o invernale», dice il rappresentante dei pendolari.

Il generale berlusconiano Vito Bardi, presidente della Regione, non si sente sotto tiro: «Sapevamo da tempo degli interventi di manutenzione della linea ferroviaria da parte di Rfi». Quanto alla Potenza-Foggia, «è una linea obsoleta, che ha bisogno di costante manutenzione, e anche l’anno scorso i lavori si sono svolti in estate. Ci è stato garantito il ripristino per settembre». Il governatore, per carità, « capisce il disagio» ma «la Basilicata — aggiunge — ha un gap infrastrutturale notevole, frutto di un ritardo secolare e di tanti errori e mancanze del passato, con una linea ferroviaria lenta e per molti tratti a binario unico. Come Regione non abbiamo responsabilità. Semmai siamo vittime di un divario del 60 per cento con la media Ue sul fronte delle infrastrutture, lo abbiamo ereditato. Sono previste tante opere in futuro, ma non basteranno per raggiungere un livello adeguato».

Come spesso in passato, si guarda alla Puglia con un misto di invidia e gratitudine: «Se non fosse per la nuova strada che collega Bari e Matera, da cui proviene l’80-85 per cento delle presenze internazionali nei nostri Sassi, resteremmo tagliati fuori», commenta Antonio Latorre, di Confartigianato Basilicata che però non si fida dei tempi annunciati: «Non ce la faranno a terminare i lavori per agosto e temiamo per le prenotazioni nei villaggi turistici ionici anche per settembre».

A Metaponto, di treni ne passavano tre al giorno. Ora neanche quelli. E la battaglia di civiltà, promossa dalla Proloco, è la riapertura definitiva dello scalo, o l’istituzione di autobus dai capoluoghi e dai comuni vicini. Per garantire al cuore del Sud il diritto, se non al turismo, alle vacanze dei suoi residenti.

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