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Il vescovo di Noto Staglianò: “Ho detto ai bambini che Babbo Natale non c’è. La festa è di Gesù povero”

NOTO (Siracusa) – La guerra di Babbo Natale. Da una parte il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò. Dall’altra genitori decisi a tutto pur di difendere un sogno, quello dei loro bambini. Terreno di scontro, i social media sui quali il match va avanti da un paio di giorni. “Un personaggio immaginario, inventato dalla Coca-Cola, che porta i regali solo a chi ha i soldi”, tuona il monisgnore, delegato della Conferenza episcopale siciliana per l’Immigrazione durante l’incontro diocesano all’interno di un festival cittadino. Era il 6 dicembre, giorno di San Nicola. Da quel momento, il fuoco di fila. Il vescovo è criticato da fedeli e non, soprattutto dai genitori che avrebbero rimproverato al sacerdote, quindi alla Chiesa, di sostituirsi al ruolo della famiglia.

Monsignore, cosa ha detto esattamente ai bambini delle scuole primarie di Noto?

“Non ho detto loro che Babbo Natale non esiste, ma abbiamo parlato della necessità di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Così ho fatto l’esempio di San Nicola di Myra, un santo che portava doni ai poveri, non regali. Nella tradizione anglosassone è poi diventato Santa Claus, ma non di certo il Babbo Natale creato dalla Coca-Cola. Ho voluto spiegare che una cultura consumistica come quella dei regali è diversa da una cultura del dono che invece è alla base del vero messaggio del Natale. Gesù bambino nasce per donarsi all’umanità intera”.

Il Bambino è l’unico protagonista del Natale, secondo lei?

“Il vero significato del Natale è racchiuso in quella grotta, al freddo e al gelo, dove Gesù bambino viene alla luce in un culla tra la paglia che non era certamente quella spedita da Amazon, ma era invece circondata dai bisogni del bue e dell’asinello. Perché è lì, nella povertà di quella grotta, che è nato Gesù. Quindi, il messaggio per i bambini è quello di ascoltare la voce di Gesù che dice: ora vai dai tuoi genitori e spiega che nessuno deve nascere più nelle condizioni in cui è nato Gesù”.

Dove nasce, oggi, Gesù?

“Penso a quelle donne che partoriscono in barconi sovraffollati in mezzo al mare, ecco è lì, in quel grido di dolore che oggi nasce Gesù. La sua nascita è un atto di amore, così i bambini quando riceveranno i regali dovranno pensare ai l oro coetanei che non potranno riceverli, non coltivando più l’egoismo di dire è tutto mio”.

Perché le sue frasi su Babbo Natale hanno suscitato scalpore?

“È venuto fuori un dato reale, cioè che il Natale non appartiene più ai cristiani. Si è svuotato il linguaggio. Anche il presepe stesso è stato strumentalizzato, ridotto a un oggetto di bellezza, ecco quindi che il messaggio cristiano diventa un contenitore vuoto e perde quella verità che significa amore. L’atmosfera natalizia tra luci e shopping ha preso il posto del Natale”.

Il culto di Gesù bambino è anche apprezzato da gran parte del mondo islamico. Il Bambinello accomuna più di Babbo Natale?

“Assolutamente sì. L’Islam con il Corano ha un grande rispetto sia per Gesù che per Maria. Dico no a questa l’Europa postcristiana che ritiene Gesù di Nazareth un personaggio leggendario al pari di Babbo Natale”.



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