Il viaggio del Papa in Kazakhstan all’ombra della guerra in Ucraina e della crisi tra Occidente e Cina

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CITTA’ DEL VATICANO – Due silhouette si stagliano sullo sfondo del viaggio di papa Francesco in Kazakhstan, da domani a giovedì, quella di Vladimir Putin e quella di Xi Jinping

Jorge Mario Bergoglio vola in Asia centrale per partecipare ad un congresso di leader religiosi internazionali, nonché per incoraggiare la minuscola comunità cattolica di questo paese ex sovietico a grande maggioranza musulmana. Giovanni Paolo II aveva visitato il Kazakhstan nel 2001 pochi giorni dopo l’11 settembre, sfidando le preoccupazioni per la sicurezza e predicando il dialogo tra cristiani e musulmani in un mondo che scivolava verso lo “scontro di civiltà”. Le sfide per Francesco non sono da meno. C’è n’è una più interna al cattolicesimo ed una più esterna.

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L’Asia è l’unico continente dove i cattolici non hanno mai dettato legge, piccolo gregge non di rado travolto dai marosi della storia, Chiesa povera eppure estremamente vitale, come mostrano i numeri in crescita. Non è un caso che al concistoro di fine agosto Francesco abbia voluto nominare cardinale Giorgio Marengo, giovane missionario vicentino in Mongolia, crocevia di fedi e culture incastonato tra la Russia e la Cina. Ora visita l’altro paese che si estende tra l’Orso e il Dragone. Coglierà l’occasione del vertice interreligioso e della messa all’expo di Nur-Sultan per rafforzare il volto di una Chiesa capace di testimoniare il Vangelo e convivere con altre religioni, a partire dall’islam. E’, per il Papa, il cristianesimo del futuro.

Il suo viaggio si colloca, però, in un quadro più ampio, quello della “terza guerra mondiale a pezzi”, come Francesco va avvertendo da anni. Pezzi che con la guerra russa in Ucraina, ha avuto a dire di recente, “sono diventati sempre più grandi, saldandosi tra di loro”. E’ in questa cornice che entrano in scena Vladimir Putin e Xi Jinping.

Lo stesso giorno in cui il Papa partecipa al vertice interreligioso, mercoledì, il presidente cinese è atteso a Nur Sultan per incontrare il suo omologo kazako Kassim-Jomart Tokayev. E’ in Kazakhstan, paese ricco di idrocarburi e minerali, che nel 2013 lanciò la “nuova via della seta” (Belt and Road Initiative), e negli anni i rapporti commerciali si sono rafforzati. E’ possibile che Xi Jiping incontri papa Francesco? “E’ possibile ma molto improbabile”, risponde Agostino Giovagnoli, professore all’università cattolica e grande esperto di Cina. Il presidente cinese e il papa si sono già trovati nello stesso luogo senza incontrarsi, fa notare il professore, a New York nel 2015 e a Roma nel 2019. La diplomazia cinese, poi, è attenta a fare passo dopo passo e un incontro al vertice potrebbe essere prematuro. Di certo, “quello che sta avvenendo a livello internazionale spinge verso un’accelerazione degli eventi”, nota Giovagnoli. In particolare, “in questo momento al centro delle preoccupazioni della Cina c’è Taiwan”, dopo la visita della speaker del Congresso Usa Nancy Pelosi, e a Pechino l’attenzione nei confronti di papa Francesco, autorità di rilievo globale non incasellabile in uno schieramento, “è aumentata”. Non solo. Dopo un lungo gelo iniziato con la presa del potere di Mao Tse-tung, nel 2018 gli uomini del Papa hanno firmato con Pechino un accordo per le nomine dei vescovi. Confermato nel 2020, esso – lo ha detto il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin in una recente intervista al Tg2 – dovrebbe essere ulteriormente rinnovato a ottobre inoltrato. Una delegazione vaticana è stata in Cina a cavallo tra agosto e settembre per discutere i dettagli. “L’atmosfera era buona”, riassume Giovagnoli, “c’è ottimismo”.

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Sulla visita in Kazakhstan pesa, poi, la guerra russa in Ucraina. A Nur Sultan ci saranno sia cattolici provenienti da Mosca sia fedeli ucraini: ma come spiega il responsabile della Caritas kazaka, don Guido Trezzani, “qui non c’è stata nessuna forma di aggressione, neanche verbale, tra un gruppo etnico e l’altro”. La guerra è palpabile ad un altro livello. Essa interseca il viaggio papale sin dalla traiettoria dell’aereo che lo conduce da Roma alla capitale kazaka, evitando di sorvolare tanto l’Ucraina quanto la Russia. Papa Francesco, soprattutto, ha sperato di incontrare in Kazakhstan il patriarca russo Kirill, per chiederli, da “fratello”, di fare di tutto per fermare la guerra. L’argentino è il primo Papa ad avere incontrato il patriarca russo, in uno storico incontro a Cuba, nel 2016, che pose fine a secoli di separazione. L’aggressione dell’Ucraina ha incrinato i rapporti, nonostante Francesco, per tentare di incidere sulla pace, non abbia mai attaccato frontalmente la Russia. Una video-chiamata tra i due a marzo ha certificato le distanze, ma ha altresì tenuto la porta aperta. Un nuovo vertice tra Kirill e Francesco, in discussione già prima del 24 febbraio, è saltato: era stata ipotizzato un incontro a Gerusalemme a giugno, poi in Kazakhstan, ma in Vaticano nessuno ha mai veramente creduto che si concretizzasse. Il paese, oltretutto, ha criticato Mosca per l’aggressione all’Ucraina. Il patriarca ortodosso, dopo aver preannunciato di partecipare, ha dato forfait al congresso di leader religiosi: manderà il suo “ministro degli Esteri”, il metropolita Antonio, che certificherà l’incomunicabilità. Difficile pensare che la decisione non sia stata concertata con l’inquilino del Cremlino. La posizione del patriarca, del resto, rispecchia, sul piano spirituale, quella politica e militare di Putin: l’isolamento orgoglioso, la critica apocalittica all’Occidente secolarizzato, la rivendicazione di rappresentare la giusta concezione della storia e la vera fede. 

Di fronte a questo muro, Francesco, il papa dell’enciclica “Fratelli tutti”, cerca di salvare il salvabile in attesa di tempi migliori. Evita che si torni al gelo del passato. Sferza Kirill, ribattezzandolo “il chierichetto di Putin”, ma non rompe. Si batte per la pace. E’ la Ostpolitik della Santa Sede. Una politica della mano tesa a Oriente che già durante la guerra fredda la diplomazia vaticana aveva ribattezzato il “martirio della pazienza”. 

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