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Il video del sofa-gate di Ankara: niente sedia d’onore per Von der Leyen, machismo protocollare da Erdogan

Bruxelles. Machismo protocollare, umiliazione dell’ospite femminile e al contempo dell’istituzione che guida, la Commissione europea, in quanto guardiana dei Trattati, e della legalità, forse giudicata con meno riguardo rispetto ai governi. O forse in quanto organismo pienamente comunitario, e non intergovernativo, sgradito a chi ormai si è visto chiudere in faccia le porte dell’Unione. C’è tutto questo nel “sofà gate”, nel trattamento che il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha riservato ieri a Ursula von der Leyen durante la visita ad Ankara della numero uno dell’Eurogoverno insieme al chairman del Consiglio europeo, l’ex premier belga Charles Michel. Il video ufficiale dell’incontro dice tutto. 

Ursula Von der Leyen interdetta durante l’incontro di Ankara 

Erdogan riceve i due europei per rilanciare i rapporti tra Ue e Turchia. Superato il picchetto d’onore e varcato l’ingresso del nuovo sontuoso palazzo presidenziale di Ankara, Erdogan accoglie gli ospiti nel salone riccamente decorato dedicato alle foto di rito. Peccato che ad attendere i tre ci siano solo due sedie. Dopo i primi scatti in piedi, Erdogan fa accomodare Michel su una delle due sedie e prende posto sull’altra. Von der Leyen rimane in piedi, interdetta, visibilmente in imbarazzo. Emette un “ehm” quasi gutturale a segnalare il disagio. Michel resta di sale, non ha la prontezza di reagire. Von der Leyen viene così fatta accomodare su un divanetto laterale ad almeno tre metri dai due maschi, di fronte al ministro degli Esteri Melvut Cavusoglu, il cui rango nel protocollo è decisamente inferiore a quello della presidente della Commissione europea. La cui postura nella seduta nonostante l’impeccabile eleganza segnala ancora disagio. 

Tecnicamente si potrebbe dire che Erdogan ha voluto riservare a Michel il rango di capo di governo visto che guida le sessioni del Consiglio europeo, appunto i vertici dei capi di Stato e di governo dell’Unione. Ma in nessuna cancelleria del mondo la presidente della Commissione – l’esecutivo comunitario – verrebbe considerata di livello inferiore. Anzi. Una rigida applicazione del protocollo, quella turca, che chiaramente nasconde un segnale politico di Erdogan. 

I leader Ue in Turchia per ricucire con Erdogan: sul piatto un nuovo assegno per i migranti

La missione di Michel e von der Leyen era stata studiata dai primi ministri e dai vertici delle istituzioni dell’Unione per rilanciare i rapporti tra Ue e Turchia all’insegna di una nuova “agenda positiva”. Riassumendo, Erdogan deve proseguire con la de-escalation nel Mediterraneo orientale, evitare nuove provocazioni verso Cipro e Grecia, astenersi da ulteriori minacce sui migranti e cooperare in Libia. Se resterà sulla retta via, cancellando le tensioni del 2020 che hanno portato a anche a sanzioni Ue contro Ankara, al vertice di giugno gli europei lo ripagheranno con una nuova tranche di soldi per ospitare i 3,6 milioni di rifugiati siriani sul suo territorio dopo l’assegno da 6 miliardi staccato nel 2016, con una più profonda Unione doganale a vantaggio dell’economia turca e con una nuova politica dei visti. Una normalizzazione dei rapporti tra l’Europa e il suo vicino più ingombrante, nel bene e nel male, nonché fondamentale partner Nato. Una strategia che la Ue, peraltro, condivide con l’amministrazione a stelle e strisce di Joe Biden.

Violenza sulle donne, Ankara esce dalla Convenzione di Istanbul

Per formalizzare questa nuova agenda positiva gli europei (come gli americani) chiedono anche un miglioramento dei diritti umani in Turchia. Proprio von der Leyen a nome delle capitali – turbate dall’evento – ha sottolineato che il ritiro di Erdogan dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e la violenza domestica “è un segnale sbagliato”. Ad Ankara si aspettavano il richiamo, viste le polemiche delle scorse settimane tra Europa e Turchia sulla Convenzione. Forse relegando sul divanetto beige la sessantaduenne tedesca, ex ministra della Difesa di Angela Merkel e prima presidente donna della Commissione europea, il Sultano voleva subito farle capire come considera le donne a casa sua. Come dire, può anche astenersi dal trivellare nelle acque territoriali di Cipro o dal rilanciare gli sbarchi in Grecia, ma sui diritti non accetta ingerenze esterne. 



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