Incendi a Roma, l’inchiesta tocca il Comune “Roghi favoriti da erbacce e rifiuti”

Pubblicità
Pubblicità

Caccia ai piromani e allo stesso tempo a chi ha permesso che Roma si trasformasse in un immondezzaio capitale, tra parchi ridotti a una giungla per il mancato taglio dell’erba e discariche abusive che sorgono in ogni angolo. Dopo il devastante incendio di sabato scorso nel quartiere di Centocelle, che ha portato le diossine a livelli oltre 35 volte superiori al limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità, gli inquirenti hanno deciso di indagare tanto sugli eventuali responsabili del rogo, ipotizzando che le fiamme siano state di natura dolosa, quanto sulla manutenzione della città. I magistrati sospettano infatti che la mancata cura del verde e la mancata rimozione dei rifiuti abbiano inciso pesantemente sull’accaduto. L’erba alta e la sporcizia frutto delle mancate bonifiche avrebbero rappresentato un combustibile eccezionale che ha reso più difficile aver ragione delle fiamme e reso il rogo estremamentepericoloso.

L’incendio di sabato ha investito le attività di autodemolizione presenti su via Togliatti, abusive e rimaste ugualmente aperte da anni, e l’ex campo nomadi Casilino 900, facendo andare in fumo pure pneumatici, olii e vecchie batterie. Non a caso l’Arpa Lazio, che ha subito posizionato nella zona due campionatori, prima che le fiamme venisserospente ha riscontrato valori delle diossine, composti tossici e cancerogeni, di oltre 35 volte superiori ai valori limite fissato dall’Oms e di benzopirene tripli rispetto alla media annua. Senza contare che sono stati accertati livelli alti, seppure nella norma, anche di polveri sottili.Ieri in Procura a Roma c’è stato un vertice tra il procuratoreFrancesco Lo Voi, i pm titolari dei fascicoli dei 4 maxi incendi che hanno funestato la capitale nelle ultime settimane e le forze dell’ordine. È stato fatto un punto sulla situazione ed è stato dato il via a un coordinamento in funzione preventiva e investigativa, per comparare gli elementi raccolti nelle diverse indagini. E se dovessero emergere inneschi simili nei vari roghi, si potrebbe anche ipotizzare che vi sia un’unica regia dietro a un’emergenza che, unita a quella dei rifiuti e dei cinghiali, sta mettendo in ginocchio la capitale. Piaghe difficili da curare, per cui, cercando di evitare che le strade tornino a essere invase dalla sporcizia, è stata anche riaperta la discarica di Albano – glissando, a quanto pare, sull’interdittiva antimafia alla società di Manlio Cerroni che ha dato in gestione il sito alla Ecoambiente – ed è stato dato l’ok all’impianto di trattamento rifiuti a Guidonia, dove vi sono diverse criticità.

Sul fronte dei rischi per i cittadini che hanno respirato l’aria avvelenata durante l’incendio di sabato, l’Asl Roma 2 fornisce rassicurazioni. Secondo l’Azienda sanitaria la “fase acuta” dell’inquinamento atmosferico è “destinata ad esaurirsi in 24-48 ore”. Negli ospedali, subito messi in allerta, non sarebbero giunti intossicati e sarà necessario ora accertare eventuali problemi di inquinamento dell’acqua e del suolo. Già oggi dovrebbero essere disponibili i risultati delle analisi compiute sempre dall’Arpa sulla qualità dell’aria una volta che i vigili del fuoco hanno avuto ragione delle fiamme.

Come indicato dall’Asl, infine, il sindaco Roberto Gualtieri ha emesso un’ordinanza. Il primo cittadino ha imposto, nell’area compresa in un raggio di 600 metri dal punto di maggiore intensità del rogo di Centocelle, di procedere con il lavaggio delle strade, incaricando l’Ama, e dei percorsi pedonali interni alle aree private, ai centri per minori, alle strutture sanitarie e ricettive. L’ex ministro del governo Conte ha inoltre ordinato di pulire i filtri esterni dei condizionatori e di rimuovere tracce di fuliggine dai balconi e dai cortili delle case.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *