Inchiesta mascherine, Arcuri indagato per peculato

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L’ex commissario per l’emergenza Covid è indagato per peculato nell’ambito delle indagini sulla maxi fornitura da 1,25 miliardi di euro di mascherine in cui, tra gli altri, è coinvolto anche il giornalista Mario Benotti.

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Il nome di Domenico Arcuri era già stato iscritto nel registro degli indagati in relazione all’accusa di corruzione. La stessa accusa contestata al collaboratore di Arcuri, Antonio Fabbrocini.

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La procura di piazzale Clodio aveva però già chiesto l’archiviazione della loro posizione. Adesso però, secondo quanto riferisce il quotidiano La Verità, in attesa che il gip Paolo Andrea Taviano si esprima sulla richiesta di archiviazione, i pubblici ministeri Fabrizio Tucci e Gennaro Varone contestano anche un nuovo reato, il peculato, ovvero l’appropriazione indebita commessa da un pubblico ufficiale.

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La vicenda emergerebbe dalla richiesta di rogatoria inoltrata dai pm a San Marino il 2 febbraio scorso, e integrata con ulteriori documenti circa un mese dopo. In quegli atti viene riepilogata la stessa storia che nel febbraio scorso ha portato la guardia di finanza a sequestrare circa 70 milioni di euro alle otto persone indagate, a vario titolo, per i reati di traffico di influenze illecite (aggravato dal reato transnazionale) ricettazione, riciclaggio e auto-riciclaggio.

L’accusa di traffico di influenze è invece contestata a Benotti, all’ingegnere milanese Andrea Tommasi, al suo socio, il banchiere di San Marino Daniele Guidi e al trader dell’Ecuador Jeorge Solis.

Analizzando le mail di quest’ultimo indagato l’inchiesta ha preso una strada che porta fino a San Marino.

La procura è infatti a caccia dei soldi relativi agli affidamenti effettuati dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 a favore di tre consorzi cinesi per l’acquisito di oltre 800 milioni di dispositivi di protezione individuale mediati da alcune imprese italiane: la Sunsky srl di Milano, la Partecipazioni spa, la Microproducts It srl e la Guernica srl di Roma. Un’attività di intermediazione profumatamente remunerata.
E dalla casella di posta elettronica di Solis emergerebbe che una parte delle provvigioni sarebbe stata destinata al gruppo Daniele. Da qui la richiesta della procura di Roma a San Marino da cui emergerebbe il coinvolgimento di Arcuri. “Noi non abbiamo saputo nulla”, spiega l’avvocato dell’ex commissario, Grazia Volo.

Poi la nota: “In merito a quanto riportato questa mattina dal quotidiano “La Verità”, circa l’indagine sulle “mascherine”, l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri comunica di non avere notizia di quanto riportato dal suddetto quotidiano. Il dottor Arcuri, nonché la struttura già preposta alla gestione dell’emergenza continueranno, come da inizio indagine, a collaborare con le autorità inquirenti nonché a fornire loro ogni informazione utile allo svolgimento delle indagini”.

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