Infermiera uccisa a Roma, fermato un ex compagno

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È stato fermato in meno di 24 ore il presunto assassino di Rossella Nappini, l’infermiera di 52 anni trovata senza vita nell’androne di un palazzo in via Giuseppe Allievo. Al civico 63 della palazzina in zona Trionfale, a Roma, il corpo della donna è stato ritrovato da due studenti e da un uomo che abita nello stabile.

Infermiera 52enne uccisa a coltellate, il corpo di Rossella Nappini trovato nell’androne del palazzo. Diversi uomini ascoltati in Questura

A uccidere la donna con diverse coltellate, secondo la polizia, è stato l’ex fidanzato, un 45enne marocchino con cui la donna in passato avrebbe intrattenuto una relazione. Era dalle parti di via Trionfale quando i poliziotti della Squadra Mobile Capitolina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, lo hanno rintracciato. Gli investigatori sono arrivati all’uomo dopo aver interrogato, per tutta la notte, diversi sospettati.

Rossella Nappini è stata uccisa ieri pomeriggio nell’androne di casa. Una serie di coltellate alle spalle, poi i fendenti sul collo, sull’addome e sulle braccia. La donna, che aveva 52 anni, è l’ennesima vittima di femminicidio in Italia. Lavorava come infermiera all’ospedale San Filippo Neri di Roma ed abitava al quartiere Trionfale insieme alla madre. L’omicidio è avvenuto intorno alle 17 mentre la donna era uscita per fare la spesa. A sentire le grida di aiuto due vicini che hanno trovato il cadavere nell’androne.

Le indagini subito si sono concentrate su due uomini. L’ex compagno, con cui aveva avuto due figli, e un altro uomo, un cittadino marocchino che una testimone aveva visto fuggire dalla finestra. L’uomo, così raccontano i vicini, in più occasioni aveva avuto diverbi con la donna anche in strada. Rossella in passato aveva subito episodi di stalking, tra cui la vandalizzazione dell’auto, che non aveva mai denunciato alle forze dell’ordine.

A ricordarla su Facebook, sono i colleghi dell’ospedale San Filippo Neri. “È stata uccisa una donna, ancora una volta. Questa donna era una nostra infermiera, lavorava all’ospedale San Filippo Neri.

Un femminicidio non è mai solo un episodio di cronaca. Per questo non dobbiamo mai cedere alla banalizzazione di un simile dramma ma restare vicini a questa famiglia e a quella di tutte le vittime.

Non esistono motivazioni reali per simili gesti, si tratta di una barbarie che dovrebbe farci riflettere e vergognare tutti”.

Nel 2018 per il suo compleanno Rossella Nappini aveva chiesto per regalo, come si legge nel suo profilo Facebook, “donazioni per la casa delle donne per non subire violenza”.

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