Inps, disavanzo a 6 miliardi: meglio delle stime. L’età di pensionamento sale a 64,3 anni

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MILANO – Sale l’età media di pensionamento a 64,3 anni (da 63,9 nel 2019, erano 61 prima della riforma Fornero) in un anno, quello del Covid, caratterizzato dall’emergenza sanitaria che ha portato l’Inps a erogare prestazioni ben superiori alla media. Eppure la gestione finanziaria di competenza dell’Istituto nel 2020 risulta migliore delle stime con un disavanzo di 6 miliardi a fronte del disavanzo di 15,7 miliardi previsto a ottobre, proprio per il minore utilizzo rispetto alle stime della cassa integrazione. Nel 2020, secondo il preconsuntivo, ci sono stati 360 miliardi di prestazioni con una diminuzione di circa 11 rispetto alle previsioni di ottobre sul 2020 (371,2 miliardi) e entrate contributive pari a  225 , in aumento di 4 miliardi rispetto al preventivo 2020 (221,2 miliardi).

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Quanto all’attività legata alle pensioni, ne sono state erogate 1,18 milioni delle quali il 40,7% di natura assistenziale, senza comprendere le nuove pensioni degli ex dipendenti pubblici. Le pensioni vigenti al 1 gennaio 2021 sempre settore privato sono 17.799.649, di cui 13.816.971 (il 77,6%) di natura previdenziale e 3.982.678 (il 22,4%) di natura assistenziale. L’importo complessivo annuo è pari a 212,9 miliardi di euro di cui 190 sostenuti dalle gestioni previdenziali e 22,9 da quelle assistenziali. Il dato è solo sulle prestazioni e non sui pensionati che possono avere più assegni.

Sono oltre 10,6 milioni le pensioni con un importo inferiore a 750 euro al mese: il 59% del totale delle 17,8 milioni di pensioni vigenti. La percentuale delle pensioni basse sale al 72,6% per le donne ma questo dato costituisce solo una misura indicativa della “povertà”, per il fatto che molti pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi. Sono 275.611 i gli assegni superiori a 3.500 euro al mese.

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