Inps, effetto blocco dei licenziamenti sul lavoro: crescono i contratti stabili, crollo per i precari

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MILANO – Prosegue l’effetto del blocco dei licenziamenti sul mercato del lavoro. Secondo i dati diffusi oggi dall’Inps da gennaio a novembre 2020 il saldo tra assunzioni e cessazioni di contratti stabili è stato positivo per 243 mila unità. In direzione del tutto opposta invece i dati sui contratti a termine, il cui saldo è negativo per 263 mila unità. Dati che riflettono quanto osservato già nei mesi precedenti ed evidenziato anche dai dati Istat sull’occupazione: con lo stop ai licenziamenti a “pagare il conto” sono stati soprattutto i lavoratori più precari che hanno visto non rinnovati i propri contratti a termine.

In particolare, nel corso dei primi undici mesi del 2020 le cessazioni nel complesso sono state 5.051.000, in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-20%). Tale diminuzione è stata particolarmente accentuata nel periodo marzo-novembre per i contratti a tempo indeterminato e di apprendistato (rispettivamente -29% e -30% sull’analogo periodo del 2019) per effetto anche proprio dell’introduzione del divieto di licenziamento.

In forte calo comunque anche le assunzioni. Da gennaio a novembre le attivazioni da parte dei datori di lavoro privati sono state 4.755.000, registrando una forte contrazione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-30%) dovuta – evidenzia l’Inps-  agli effetti legati all’emergenza da Covid-19 che ha determinato sia una caduta della produzione che dei consumi.

Se si guarda poi all’intero anno il dato è ancora più impietoso: il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro a novembre 2020, ovvero la differenza tra quelli registrati nel mese rispetto a quelli di novembre 2019 è negativo per 664.000 unità.

Altra netta traccia della crisi nell’aggiornamento, che l’Inps ha diffuso in una diversa nota, delle ore di cassa integrazione autorizzate: tra aprile 2020 e gennaio 2021 l’Istituto è ormai arrivato a 4,2 miliardi di ore e fondi di solidarietà con causale Covid. Nel dettaglio: 1.957,4 milioni di cig ordinaria, 1.434,3 milioni per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 846,7 milioni di cig in deroga. Nel gennaio 2021 sono state autorizzate 189,8 milioni di ore, facendo registrare un calo del 34,1% rispetto alle ore autorizzate a dicembre 2020.

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