Insulti ai giudici, Salvini assolto: definire i magistrati “cancro da estirpare” non è reato

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Matteo Salvini è stato assolto dal Tribunale di Torino al processo che lo vedeva imputato per vilipendio all’ordine giudiziario. Pronunciando la sentenza, il giudice Roberto Ruscello ha assolto il leader della Lega “per la particolare tenuità del fatto”. I fatti risalgono al 14 febbraio 2016, quando durante un congresso regionale della Lega tenutosi al palazzetto dello sport di Collegno, nel Torinese, al quale parteciparono circa un migliaio di persone, l’allora segretario federale della Lega Nord Salvini, fra le altre cose, disse: “Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare”.

“Sono molto soddisfatta, questa è una sentenza che ripristina lo stato di diritto”. Così Claudia Eccher, difensore del capo leghista – Ho appena avvisato Salvini: non ci credeva, ma era ovviamente soddisfatto”.

Il pm Emilio Gatti aveva chiesto una multa “esemplare” da 3mila euro. Oggi pomeriggio in aula il pubblico ministero ha osservato che le frasi rivolte al pubblico del congresso da Salvini “hanno chiaramente natura oltraggiosa: una cosa è la critica, un’altra gli accostamenti volgari e ripugnanti”. Gatti ha poi aggiunto che Salvini ha definito i magistrati “stronzi” e “lazzaroni che rompono le palle alla Lega”, mentre la magistratura italiana “una schifezza”.

Il pubblico ministero, inoltre, ha fatto notare come “il pubblico accoglie gli insulti del ‘capo’ alla magistratura con vere e proprie ovazioni”. Le parole di Salvini erano state riprese dal Tg1 in prima serata. “Questo a riprova che il discorso é da ritenersi pubblico” ha concluso il pm.

Intervenuto in aula lo scorso 25 gennaio, il leader della Lega, dopo aver sottolineato “massima fiducia nella magistratura e nella sua libertà di giudizio”, aveva evidenziato di non aver attaccato un giudice o un altro “ma il sistema”, precisando di aver fatto le affermazioni che gli vengono contestate “perché c’era qualcuno che dall’interno politicamente utilizzava alcune inchieste della magistratura per attaccare la Lega”.

Argomentazioni riprese dal suo avvocato, Claudia Eccher: “Le parole pronunciate da Salvini – afferma il legale – sono
prive di carica offensiva: usa quei termini perchè è quel genere di linguaggio che i leghisti si aspettano, non voleva offendere i magistrati e la magistratura. Il linguaggio della Lega e dei partiti sorti dalla cosiddetta società civile hanno cambiato il paradigma del linguaggio: quello del leader politico oggi è chiaro e diretto, utilizza frasi brevi e parole comuni, anche quelle di tono basso. Salvini non ha fatto altro che riprendere stilemi del linguaggio tipico della Lega, quello in cui i militanti si riconoscono, un lessico colorato ed espressivo, non offensivo”. Il giudice ha accolto questa tesi.

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