Iran, attacco con i droni a una fabbrica militare a Isfahan. Teheran accusa i “nemici dello Stato”

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TEHERAN – Un attacco di droni ha provocato un’esplosione in una fabbrica di munizioni a Isfahan, nel centro dell’Iran. Un comunicato della Difesa iraniana, citato dall’agenzia Irna, afferma che l’attacco “non ha avuto successo”, con uno dei droni abbattuto dalla contraerea e altri due esplosi grazie a “trappole” predisposte a difesa dell’impianto. Il comunicato aggiunge che vi sono stati “danni minori” al tetto della fabbrica e che nessuno è rimasto ferito. Sui media iraniani è stato diffuso un video dell’esplosione, dove si sente un forte boato.

Le autorità iraniane non hanno al momento accusato nessuno dell’attacco, malgrado in passato sia stato puntato il dito contro Israele. Nel frattempo un importante incendio si è sviluppato in una raffineria di petrolio nella città settentrionale di Tabriz, ma non vi sono per ora indicazioni di un collegamento fra i due fatti.

L’attacco dei droni avviene in un momento di forte tensione in Iran, dove sono in corso da mesi proteste popolari contro il regime. Nel frattempo i negoziati sul rinnovo dell’accordo sul nucleare sono ad un punto morto e Teheran viene accusata di fornire alla Russia droni usati negli attacchi in Ucraina.

“Notte esplosiva in Iran”. Ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak, commentando lo sventato attacco di droni e ricordando la  “produzione di droni e missili” e le “raffinerie di petrolio”. Nel suo tweet Podolyak sottolinea che “la logica della guerra è inesorabile ed omicida” e “presenta il conto in modo rigoroso agli autori e ai complici”.

In dichiarazioni all’agenzia Mehr, il parlamentare Mohammad-Hassan Assafari ha accusato “gli oppositori ei nemici” della Repubblica islamica, che con questo attacco cercano di “turbare le capacità difensive” del Paese.

L’Iran ha diversi noti siti di ricerca nucleare nella regione di Isfahan, compreso un impianto di conversione dell’uranio. Nell’aprile 2022, Teheran ha annunciato di aver iniziato a produrre uranio arricchito al 60% nel sito di Natanz, avvicinandosi al 90% necessario per realizzare una bomba atomica. I negoziati per rilanciare l’accordo nucleare iraniano internazionale, noto con l’acronimo inglese JCPOA e conclusi nel 2015 tra l’Iran da un lato, l’Unione Europea e le sei maggiori potenze dall’altro, sono in stallo dopo l’uscita unilaterale degli Stati Uniti nel 2018 per volontà dell’ex presidente Donald Trump.

Questo accordo mirava a impedire a Teheran di acquisire armi atomiche, obiettivo che l’Iran ha sempre negato di perseguire. Il programma nucleare iraniano è stato l’obiettivo di numerose campagne di attacchi informatici, sabotaggi e omicidi mirati di scienziati.

L’Iran ha così accusato Israele di aver compiuto diverse azioni segrete sul suo territorio, tra cui un attentato, perpetrato secondo Teheran con una mitragliatrice satellitare, che ha ucciso nel novembre 2020 un importante fisico nucleare, Mohsen Fakhrizadeh.

Con l’attacco di sabato sera è scoppiato un incendio in un impianto di produzione di olio per motori nel nord-ovest del Paese, ha riferito l’agenzia Irna. Questo incendio, spettacolare secondo le immagini diffuse dai media, è avvenuto in un importante polo industriale legato al ministero dell’Industria. L’incendio è stato messo sotto controllo dai vigili del fuoco e le autorità stanno indagando sulle sue cause, ha detto Irna.

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