Irlanda del Nord, si dimette la first minister unionista Arlene Foster

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Crisi politica in Irlanda del Nord per le dimissioni di Arlena Foster da leader del maggiore partito unionista locale, il Dup, e da First minister del governo regionale di Belfast. Foster ha annunciato il passo indietro in una nota, dopo che i gruppi parlamentari del suo stesso partito avevano iniziato ieri a raccogliere firme per sfiduciarla assieme al suo vice Nigel Dodds. Ha spiegato che un nuovo leader sarà eletto nel giro di “qualche settimana”, assicurando di “voler lavorare” con chi le succederà.

Il terremoto politico di Belfast arriva sullo sfondo dei disordini scatenatisi nei giorni passati in varie città nordirlandesi, alimentati in parte dai timori delle comunità unioniste sulle possibili conseguenze del dopo Brexit rispetto al legame con Londra e alla sovranità britannica sull’Irlanda del Nord. Le dimissioni di Foster da leader del Dup diverranno effettive il 28 maggio, mentre quelle da first minister locale (poltrona che spetta tradizionalmente agli unionisti nell’ambito della coalizione di unità nazionale con gli alleati-nemici repubblicani cattolici dello Sinn Fein sancita fin dalla pace del Venerdì Santo 1998) non scatteranno prima di fine giugno: col probabile passaggio di consegne a chi verrà designato a guidare il Dup dopo di lei.

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Cinquantenne, figlia di un poliziotto protestante, Foster si è detta orgogliosa di aver servito la sua terra, una delle quattro nazioni del Regno Unito, come capo del governo locale a partire dal 2016 e come deputata da 18 anni. Ha poi definito “difficili” gli ultimi tre anni, additando il Protocollo sull’Irlanda del Nord imposto fra le intese con l’Ue del dopo Brexit da Bruxelles al governo centrale britannico di Boris Johnson “contro la volontà degli unionisti” come una strumento “usato per destabilizzare l’Irlanda del Nord”. Ma ha aggiunto di essere ottimista sul futuro poiché, “malgrado il lavoro che resta ancora da fare, c’è da esser fieri della nuova generazione di unionisti scesa in campo in politica per cercare di migliorare l’Irlanda del Nord”.

Il governo Johnson ha reso onore alla sua dedizione di “servitrice dello Stato” per bocca del ministro per gli Affari Nordirlandesi, Brandon Lewis. Mentre ora dovrà fare i conti con le idee di chi le succederà, senza che si possa escludere una svolta ancor più radicale in seno al Dup, dove Foster è stata contestata in particolare dai falchi: tanto sulla sua reazione – considerata nei mesi scorsi non sufficientemente bellicosa – sul dossier Brexit, quanto per la sua astensione a una controversa proposta di legge locale in favore delle cosiddette terapie contro l’omosessualità spalleggiata dalla destra unionista protestante e bloccata da tutti gli altri maggiori partiti.
 

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