Irpef, Iva, titoli di Stato e immobili: così cambieranno le tasse d’Italia

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ROMA – Diciotto mesi per cambiare il sistema fiscale: dopo l’accordo politico, ancora da blindare, e l’approvazione della delega in Parlamento, è il tempo che il governo avrà per ridisegnare l’imposizione su famiglie e imprese. Se l’intesa reggerà si capirà in settimana, quando riprenderanno le votazioni in commissione alla Camera. Poi servirà il via libera del Senato. Solo dopo i dettagli della riforma saranno definiti con i decreti delegati ma con un principio: dall’attuazione non potrà derivare un aumento della pressione fiscale

L’Irpef verso tre aliquote, prime riduzioni per i redditi bassi

Dopo la riduzione degli scaglioni Irpef da cinque a quattro nell’ultima manovra, la delega potrebbe portare a un nuovo intervento per arrivare a tre aliquote. Il mandato per il governo è quello di ridurre gradualmente, a partire dai redditi medio-bassi, le aliquote medie effettive e marginali, anche per incentivare l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani e del secondo percettore di reddito, che nelle famiglie italiane in genere è una donna. La flat tax al 15% per le partite Iva viene confermata, con uno scivolo di due anni per chi esce dal regime forfettario: soglia e aliquota saranno definite dai decreti attuativi, un’ipotesi è far pagare il 20% fino a 80 mila euro. La riforma prevede anche il riordino di detrazioni e deduzioni. E la creazione di un cashback fiscale, ossia la possibilità di ottenere il rimborso di spese come quelle sanitarie in tempi brevi, senza attendere la dichiarazione dei redditi: le somme saranno caricate su piattaforme come ad esempio l’app-Io.

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Dai Btp agli affitti, imposte diverse ma più armoniche

Il nuovo sistema fiscale sarà duale, con una netta distinzione tra imposte sul reddito sulle persone, che dovranno essere progressive, e tasse sui redditi da capitale, mobiliare e immobiliare, che saranno invece proporzionali. In origine la riforma prevedeva l’approdo a un’unica aliquota (due aliquote in fase transitoria), per imposte sui capitali che oggi vanno dal 10% della cedolare sugli affitti al 26% delle plusvalenze degli investimenti. Il centrodestra, dopo lunga battaglia a tutela della cedolare e dell’imposta al 12,5% sui Btp, ottiene che l’approdo della delega sia una generica “armonizzazione” delle aliquote. Il governo potrà dunque riordinarle, per dare coerenza al sistema, ma non si arriverà più alla drastica riduzione. La speranza di chi sostiene la necessità di un riordino sta nella previsione di un principio di “neutralità fiscale”, ossia l’impegno a non orientare i risparmi con tassazioni così diverse sui diversi tipi di investimenti, riequilibrando una situazione oggi molto incentivante all’acquisto di titoli di Stato.

Valori degli immobili da aggiornare, parte la caccia agli edifici fantasma

Al primo gennaio 2026 dovrà essere disponibile una nuova mappatura di tutti gli immobili e i terreni d’Italia. Per realizzarla, il governo darà a Comuni e Agenzia delle entrate nuovi strumenti per facilitare la rilevazione. Si punta a una maxi operazione trasparenza per far emergere tutti gli immobili fantasma, abusivi o accatastati male. I proprietari di queste case dovranno iniziare a pagare le tasse e ne deriverà per lo Stato un maggior gettito che andrà a ridurre l’Imu. Per tutti gli altri cittadini la delega precisa che le tasse non cambieranno. Ma nella nuova mappatura alla rendita catastale (la sola valida ai fini fiscali), si affiancherà una rendita “ulteriore”. La rendita “ulteriore”, che in una futura ipotetica riforma potrebbe essere usata come base imponibile, sarà calcolata “secondo i criteri del dpR 138/1998”, che già oggi consente ai Comuni di definire gli estimi sulla base di vari criteri tra cui il “valore di mercato”. Un parametro che il centrodestra ha chiesto di cancellare dal testo della delega ma torna così come riferimento indiretto.

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Aziende, l’Irap scompare: lo Stato ripianerà il mancato gettito

L’Irap, imposta regionale sulle attività produttive, sarà abolita in modo graduale. Già è stata cancellata dall’ultima manovra per le persone fisiche con partita Iva, ora i decreti attuativi indicheranno gli step successivi: scomparirà prima per società di persone, studi associati e società tra professionisti, poi per le società di capitali. Ma l’Irap è cruciale per le Regioni, copre ad esempio le spese sanitarie, perciò il mancato gettito – specifica la delega – dovrà essere ripianato dallo Stato. Dovranno essere riordinate secondo un criterio di “neutralità” anche le imposte sui redditi delle imprese. L’Iva e le accise saranno razionalizzate e semplificate. L’imposta su l valore aggiunto sarà riordinata con l’obiettivo di contrastare erosione ed evasione, ma tra i criteri di riordino, sia per l’Iva che per le accise, compare anche l’Europen Green Deal, il che vuol dire che nel rimodulare le aliquote si terrà conto dell’impatto ambientale dei diversi prodotti, premiando quelli meno inquinanti.

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